La pioggia batteva incessante sui sanpietrini bagnati di Firenze, trasformando le stradine del centro in piccoli fiumi. Elena, avvolta in un cappotto leggero che si rivelava insufficiente, stringeva a sé la borsa e malediceva la sua sbadataggine. Aveva promesso a Nonna Rosa, ricoverata d’urgenza all’ospedale di Careggi, di esserci per il cambio turno delle infermiere, per darle la mano e raccontarle le ultime novità. L’autobus, di solito puntuale, aveva accusato un guasto all’altezza di Piazzale Michelangelo, e ora si ritrovava bloccata, con il tempo che inesorabilmente scorreva e la preoccupazione che le serrava il petto. Il cellulare, inutile, continuava a indicare assenza di segnale.
Ogni tentativo di fermare un’auto si rivelava vano. La maggior parte dei veicoli sfrecciava via, schivando le pozzanghere, ignara della sua disperazione. Elena temeva il peggio. Nonna Rosa era sola, forse spaventata, e lei non riusciva a raggiungerla. La luce fioca dei lampioni si rifletteva sull’asfalto lucido, accentuando il senso di isolamento. Si sentiva piccola, impotente, perduta in una città che, improvvisamente, le era sembrata ostile e indifferente. Cominciava a pensare che avrebbe dovuto rinunciare, rassegnarsi all’impossibilità di mantenere la promessa.
Ricordò allora un numero che aveva visto affisso in un bar qualche settimana prima: Radio Taxi 24 Firenze. Lo digitò tremante, sperando in un miracolo. Dopo pochi squilli, una voce calma e professionale le rispose. Spiegò frettolosamente la situazione, l’autobus guasto, l’ospedale di Careggi, l’urgenza di raggiungere la nonna. L’operatore la rassicurò, chiedendole la posizione precisa e promettendole un taxi in pochi minuti. L’attesa, seppur breve, sembrò interminabile. Sentiva il respiro affannoso e batteva i denti per il freddo e l’ansia.
Finalmente, le luci gialle di un taxi fecero capolino tra la pioggia. Un uomo sulla cinquantina, con un viso rassicurante, scese dall’auto e le offrì un sorriso. “Signorina Elena? Sono qui per lei.” Senza dire una parola, salì a bordo, indicando all’autista l’indirizzo dell’ospedale. Il tragitto fu rapido e sicuro, nonostante le condizioni atmosferiche avverse. L’autista si dimostrò cordiale e professionale, mantenendo un silenzio rispettoso mentre Elena continuava a pregare tra sé e sé.
Arrivata all’ospedale, corse al reparto di Nonna Rosa, che la accolse con un sorriso stanco ma felice. Le strinse la mano, sentendo il calore della sua pelle rugosa. “Ero preoccupata che non ce la facessi, tesoro mio.” Elena, con le lacrime agli occhi, le rispose solo “Ci sono arrivata, nonna. Ci sono arrivata grazie a loro”. Sapeva che, senza l’intervento tempestivo di Radio Taxi 24 Firenze, non avrebbe mai potuto mantenere quella promessa, e quel pensiero le scaldò il cuore più di qualsiasi abbraccio.









