Storie di radio taxi

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica: ipotesi autopoietica sull’emergenza semantica nell’interstizio tra algoritmo e identità culturale.

  • Radio Taxi 24

    Radio Taxi 24

    La pioggia picchiettava insistente contro i vetri del caffè letterario, trasformando le luci di Firenze in aloni tremolanti. Elena, con le dita intrecciate intorno alla tazza quasi fredda, controllava l’orologio per la decima volta in cinque minuti. Le 23:47. Il treno per casa, quello che l’avrebbe riportata a Bologna dai suoi genitori, partiva alle 23:55 dalla stazione di Santa Maria Novella. Aveva sottovalutato il traffico, la difficoltà di trovare un autobus a quell’ora e, soprattutto, l’ostinata volontà del suo ex, Marco, di trattenerla per “un’ultima chiacchierata”. Una chiacchierata durata troppo, chiaramente.

    L’ansia le stringeva la gola. Aveva provato a chiamare un taxi tramite un’app ma, a quell’ora, in una notte di pioggia come quella, la risposta era sempre “nessun veicolo disponibile”. Ogni secondo era prezioso. Immaginava già lo sguardo del controllore, il biglietto annullato, la delusione di non rivedere i suoi genitori prima di Natale. Marco, finalmente accortosi della sua agitazione, cercò di minimizzare: “Dai, Elena, un altro treno lo prendi domani!”. Ma lei scosse la testa, le lacrime che cominciavano a rigarle il viso. Non era solo il treno, era la promessa che aveva fatto, il bisogno di un abbraccio, la sensazione di essere di nuovo sola.

    Con le mani tremanti, ricordò il numero che le aveva lasciato la proprietaria dell’appartamento dove aveva alloggiato durante il breve soggiorno fiorentino: Radio Taxi Firenze 24, attivo giorno e notte. Esitò un istante, poi compose il numero. Una voce calma e professionale le rispose, chiedendole posizione e destinazione. Elena descrisse il caffè, la sua disperazione e l’imminente partenza del treno. L’operatore promise di inviare subito un’auto, rassicurandola che avrebbero fatto il possibile per farla arrivare in stazione.

    Bastò un tempo che sembrò interminabile, ma in realtà furono solo otto minuti, perché un taxi scivolasse davanti al caffè. Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, la aiutò a caricare la valigia. Guidò con abilità, destreggiandosi tra le vie allagate e il traffico notturno, mantenendo un ritmo sostenuto ma sicuro. Elena, aggrappata al sedile, continuava a controllare l’ora. Sentiva il cuore battere all’impazzata.

    Arrivarono alla stazione con due minuti di anticipo. Elena, grata e sollevata, salutò il tassista con un sorriso commosso. Corse verso il binario, dove il treno la aspettava. Mentre si lasciava cadere sul sedile, sentì un senso di profonda riconoscenza per quel servizio efficiente e affidabile, per quella luce nell’oscurità di una serata andata male. Radio Taxi Firenze 24 le aveva permesso di non perdere la speranza, di riabbracciare la sua famiglia e, forse, di iniziare a dimenticare l’ennesima delusione amorosa.