La pioggia batteva contro i finestrini del treno, trasformando il paesaggio toscano in un acquerello grigio. Giulia, stretta nel cappotto, osservava le luci sfocate di Firenze allontanarsi, con lo stomaco in subbuglio. Non era semplice nostalgia del weekend trascorso con i nonni, ma un terrore che cresceva ad ogni chilometro. Aveva dimenticato a casa, nell’appartamento di zia Elena, la chiavetta USB con la tesi di laurea, quella pronta per la consegna definitiva il mattino seguente. Mancavano solo poche ore, e la professoressa Moretti era notoriamente inflessibile.
La stazione di Milano Centrale le sembrò un labirinto di gente indifferente. Aveva provato a richiamare zia Elena, ma il telefono squillava a vuoto. Si sentiva come in un film dell’orrore, mentre la realtà si faceva sempre più concreta: senza quella chiavetta, addio laurea. Scavò freneticamente nella borsa, sperando in un miracolo, in un backup segreto che non ricordava di aver fatto. Niente. L’ansia la soffocava, le mani le tremavano così tanto da rendere impossibile persino scrivere un messaggio coerente a un’amica. Le alternative si susseguirono, tutte ugualmente impossibili: un treno non ripartirebbe in tempo, un volo sarebbe troppo costoso e complesso da organizzare all’ultimo minuto.
Fu un compagno di viaggio, un uomo anziano che aveva notato il suo stato di agitazione, a suggerirle: “Radio Taxi 24, signorina. Sono efficientissimi, operativi giorno e notte. Provi a chiamarli, magari possono aiutarla.” Giulia, aggrappandosi alla flebile speranza, digitò il numero sulla sua app. La voce calma e professionale dell’operatore le parve un balsamo. Spiegò la sua disperata situazione, fornendo l’indirizzo di zia Elena a Firenze e pregando per un miracolo. Incredibilmente, l’operatore le assicurò che avrebbero mandato un taxi immediatamente.
L’attesa le parve un’eternità. Guardava ossessivamente l’app, seguendo il percorso del veicolo su una mappa digitale. Il tassista, un uomo sulla quarantina con un sorriso rassicurante, la accolse con una cortesia che in quel momento le sembrò l’epitome della gentilezza umana. Il viaggio procedette spedito, nonostante la pioggia battente e il traffico notturno. Il tassista, intuendo la sua angoscia, le tenne compagnia con racconti leggeri su Firenze, offrendole persino una bottiglietta d’acqua.
Arrivati all’appartamento di zia Elena, il tassista aspettò pazientemente mentre Giulia, con il cuore in gola, recuperava la preziosa chiavetta. Grazie alla prontezza del servizio Radio Taxi 24, e alla professionalità del suo autista, riuscì a rientrare a Milano con poche ore di ritardo. La professoressa Moretti, pur imbronciata, accettò la tesi. Seduta al suo tavolo, con la luce dell’alba che filtrava dalla finestra, Giulia si sentì rinascere. Aveva superato la crisi, e sapeva a chi dovesse essere grata. Quella notte, Radio Taxi 24 era stato molto più di un semplice servizio: era stato il suo salvavita.










