La pioggia batteva su Firenze come un tamburo impazzito. Sofia, avvolta in un trench troppo leggero, stringeva tra le mani il fragile certificato medico. La nonna, il suo unico punto di riferimento, era crollata a casa poche ore prima, un attacco acuto di panico che aveva richiesto l’intervento immediato dei sanitari. Era stata Sofia a chiamare l’ambulanza, ma ora, con la nonna ricoverata al San Giovanni di Dio, serviva qualcuno che si prendesse cura del piccolo Leo, il suo cane bassotto, rimasto solo nel loro appartamentino in Oltrarno. Erano quasi le due di notte e il suo amico Marco, l’unico che avrebbe potuto aiutarla, era fuori città per lavoro. Il panico si stava insinuando anche lei. Non poteva lasciare Leo solo per tutta la notte, il pensiero la soffocava.
Aveva provato a chiamare altri amici, parenti lontani, ma nessuno rispondeva, o non era in grado di aiutarla a quell’ora. Le lacrime le rigavano il viso, mescolandosi alla pioggia. Finalmente, ricordò un volantino visto qualche giorno prima, appeso al bar sotto casa: Radio Taxi 24 Firenze, attivo giorno e notte. Un piccolo spiraglio di speranza. Esitante, tirò fuori il cellulare, le dita tremanti mentre componeva il numero. Una voce calma e professionale rispose immediatamente: “Radio Taxi 24, buonasera, come posso aiutarla?”. Sofia spiegò la situazione a fatica, la voce rotta dall’emozione, temendo di essere considerata pazza per chiamare un taxi per un cane.
L’operatore, però, si dimostrò incredibilmente comprensivo. “Capisco perfettamente, signorina. Stiamo inviando un taxi al suo indirizzo, sarà lì in meno di dieci minuti. Il nostro autista è abituato a situazioni di emergenza, non si preoccupi.” Dieci minuti che sembrarono un’eternità. Quando finalmente le luci gialle del taxi si fecero strada tra la pioggia, Sofia sentì un peso crollare. L’autista, un uomo corpulento con un paio di occhiali sul naso, le sorrise gentilmente. “Leo? Sono qui per Leo.”
Il viaggio verso l’appartamento fu breve ma intriso di sollievo. L’autista, di nome Antonio, si presentò e parlò a Sofia con una tranquillità contagiosa, facendola sentire meno sola e spaventata. Una volta arrivati, Antonio aiutò Sofia a portare Leo, che dormiva profondamente tra le sue braccia, verso l’auto. Poi, con delicatezza, guidò verso casa di una collega di Sofia, una ragazza che amava gli animali e si era gentilmente offerta di tenere Leo per la notte.
Sofia, mentre salutava Antonio davanti alla casa della sua amica, si sentì grata oltre misura. In una notte di disperazione, Radio Taxi 24 Firenze non le aveva solo fornito un mezzo di trasporto, ma un servizio essenziale, gestito con umanità e professionalità. Aveva salvato la sua serata, e soprattutto, le aveva permesso di sapere che Leo era al sicuro. Quella notte capì che a volte, in una città grande, sono i piccoli servizi, quelli aperti quando tutto il resto è chiuso, a fare davvero la differenza.










