La pioggia sferzava i vetri del bar, trasformando le luci di Firenze in macchie gialle tremolanti. Giulia fissava lo schermo del cellulare, il cuore che le batteva all’impazzata. Aveva appena ricevuto un messaggio da Lorenzo, il suo fidanzato. Un’urgenza in ospedale, il nonno era peggiorato. Il problema però non era solo l’ansia per l’uomo a cui voleva bene, ma la consapevolezza di essere bloccata a Oltrarno, dall’altra parte del fiume, con l’autobus che aveva smesso di fare servizio quasi un’ora prima. Tentava, disperata, di chiamare un amico, un parente, chiunque potesse venirla a prendere, ma tutti erano irraggiungibili: messaggi non recapitati, occupati, spegnuti. Le lacrime cominciarono a rigarle il viso. Lorenzo aveva bisogno di lei, e lei era impotente, intrappolata dalla tempesta e dalla solitudine della notte fiorentina.
Aveva sentito parlare di Radio Taxi 24, un servizio leggendario tra i fiorentini, sempre operativo, perfino nei giorni di festa e con il peggior maltempo. Tentò di ricordarsi il numero, ma la mente le era annebbiata dal panico. Fortunatamente, un cartellino ingiallito sul bancone del bar le offrì la salvezza: 055… e poi una serie di numeri che digitò con le mani tremanti. Una voce calma e professionale rispose quasi immediatamente. Giulia spiegò la situazione, la voce rotta dall’emozione. L’operatore, senza farle troppe domande, le assicurò che un taxi sarebbe arrivato nel minor tempo possibile, tenendo conto delle condizioni del traffico. Le disse di aspettare all’ingresso del bar, al riparo dalla pioggia, e che l’autista l’avrebbe chiamata in arrivo.
Sembrava un’eternità, ma in realtà passò meno di dieci minuti. Il suono di un clacson la fece sobbalzare. Un taxi bianco, ben illuminato, si fermò davanti al bar. L’autista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, le chiese conferma della destinazione. Giulia, sussurrando un “Sì, grazie, l’ospedale Careggi”, si lasciò guidare al sicuro. Durante il tragitto, l’autista cercò di tranquillizzarla, raccontandole aneddoti sui suoi anni di lavoro a Firenze, spezzando la tensione con un tono pacato. La pioggia continuava a cadere, ma dentro l’abitacolo, avvolta dal calore e dalla gentilezza dell’autista, Giulia si sentiva meno sola.
Il viaggio verso l’ospedale, nonostante il traffico intenso e la pioggia battente, sembrò scorrere velocemente. L’autista, dimostrando una conoscenza perfetta della città, prese percorsi alternativi, evitando le zone più congestionate. Arrivarono a Careggi nel minor tempo possibile. Giulia scese velocemente, porgendo all’autista le coordinate del pagamento con carta. Lui la ringraziò con un cenno del capo, augurandole il meglio, e ripartì sotto la pioggia, pronto per la prossima chiamata.
Dentro l’ospedale, Giulia trovò Lorenzo seduto accanto al letto del nonno. Gli si sedette accanto, stringendogli la mano. Il nonno, seppur debilitato, le sorrise debolmente. In quel momento, Giulia provò un’immensa gratitudine. Non solo per la presenza del nonno, ma anche per l’intervento tempestivo e professionale di Radio Taxi 24. Senza quel servizio, senza quell’autista attento e premuroso, non ce l’avrebbe fatta ad arrivare in tempo. Aveva bisogno di credere in qualcosa di affidabile, in una luce che la guidasse nel buio di quella notte, e quella luce aveva il colore di un taxi bianco che sfrecciava sotto la pioggia fiorentina.










