Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Le luci al neon di Bologna, riflesse sull’asfalto bagnato, disegnavano scie tremolanti mentre Sara correva sotto la pioggia. Aveva appena ricevuto la telefonata che temeva da settimane. Nonna Emilia, l’unica famiglia che le era rimasta, era stata portata d’urgenza all’ospedale Maggiore. La corsa dall’università, credeva, sarebbe stata veloce, ma un guasto improvviso al suo vecchio scooter l’aveva bloccata in zona Stura, in un quartiere che conosceva poco e in una sera in cui ogni autobus sembrava invisibile. Il cuore le martellava nel petto e le mani tremavano troppo per comporre un altro numero. Sentiva il panico montare, un’onda fredda che la stava per sopraffare.

Ogni secondo le sembrava un’eternità. Controllò l’ora sul cellulare: le 23:47. L’ospedale era dall’altra parte della città, e ogni ritardo poteva fare la differenza. Pensò di provare a chiedere aiuto a qualche passante, ma le strade erano quasi deserte, e l’idea di avvicinarsi a degli sconosciuti in quello stato d’animo la spaventava. Si ricordò allora di un cartellino visto in un bar qualche giorno prima. “Radio Taxi 24 Bologna – Sempre a tua disposizione”. Tentò di ritrovare il numero nella memoria, ma la mente era offuscata dalla preoccupazione.

Con un ultimo sforzo, digitò su Google “Radio Taxi Bologna” e, fortunatamente, il numero apparve immediatamente. La voce gentile dall’altro capo del telefono le infuse un po’ di coraggio. Spiegò la situazione con voce rotta dall’emozione, indicando la sua posizione precisa. L’operatore, senza farle ripetere più volte, la rassicurò: “Un taxi sarà da lei in meno di dieci minuti, signorina. Non si preoccupi, la porteremo subito al Maggiore”. L’attesa, anche se ancora angosciante, fu resa più sopportabile dalla consapevolezza di non essere sola.

Pochi minuti dopo, le luci gialle di un taxi si stagliarono nella notte. Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, la accolse con un “Salve, signorina, sono qui per lei”. Senza dire una parola, Sara gli spiegò, tra le lacrime, dove doveva andare. Lui, con professionalità e discrezione, accelerò lungo le strade di Bologna, evitando il traffico e rispettando i limiti di velocità, ma senza perdere tempo. Era un percorso che conosceva a memoria, e Sara si sentì incredibilmente protetta.

Arrivò al Pronto Soccorso dell’ospedale Maggiore alle 00:23. Nonna Emilia era già stata stabilizzata, e la sua espressione, seppur pallida, le sorrise di sollievo nel vederla. Mentre aspettava notizie, Sara si sentì sopraffatta da un senso di gratitudine verso quel servizio, Radio Taxi 24, che le aveva permesso di superare un momento di angoscia e di raggiungere in tempo l’unica persona che contava veramente. Quella notte, quelle luci gialle non erano state solo un mezzo di trasporto, ma un faro di speranza nella tempesta.

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