Radio Taxi 24

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Radio Taxi 24

La pioggia scrosciava su Milano, trasformando i marciapiedi in specchi opachi. Marco fissava l’orologio con ansia crescente: 22:47. Il colloquio di lavoro della vita, quello alla casa editrice internazionale, era fissato per domani mattina alle 8:30 a Roma, e il Frecciarossa delle 23:15 dallo snodo di Porta Garibaldi era l’ultimo treno praticabile per arrivarci in tempo. Aveva controllato tutto cento volte: biglietto sul telefono, valigetta con i documenti, presentazione perfetta su chiavetta USB. Tutto tranne la metro, sospesa per improvvisi lavori notturni sulla sua linea. E ora, sotto l’acqua battente, nemmeno un taxi libero all’orizzonte.

Affondò la mani nei capelli bagnati, il panico che saliva come la marea. Il cellulare era scarico al 15%, le strade deserte all’infuori dell’acqua. O perdereva quel treno, un’opportunità unica per cambiare carriera e vita, o avrebbe dovuto tentare l’impresa di raggiungere la Stazione Garibaldi con i mezzi alternativi, convogli surreali da incubo a quell’ora e col maltempo, praticamente suicidio per la puntualità. Sentì il gelo del fallimento e dell’impotenza mentre l’acqua gli scivolava lungo il collo. “Devo provare a chiamare qualcuno…” pensò disperato, ma chi? Gli amici erano tutti fuori città o impossibilitati. Doveva trovarsi un modo a tutti i costi.

Fu allora, con la disperazione che gli stringeva la gola, che gli venne in mente l’annuncio pubblicitario udito una volta alla radio: “Radio Taxi 24, giorno e notte, sempre disponibili.” Le dita tremanti trovarono sullo smartphone ormai quasi spento il numero di emergenza salvato mesi prima per precauzione. Chiamò. La risposta fu immediata, una voce femminile calma e professionale: “Radio Taxi 24, buonasera. Come possiamo aiutarla?”. Con voce strozzata, Marco spiegò l’emergenza: l’ultimo treno per Roma, la metro fuori servizio, il panico. “Tranquillo, signore. Inviamo subito un taxi a Via Lecco angolo Viale Tunisia. Sette minuti massimo.” Quelle parole furono un salvagente.

Quasi incredulo prima, poi con un sospiro di sollievo che gli scosse il petto, Marco vide arrivare, puntuale come se fosse stato sotto casa, una berlina bianca con il classico cartello giallo sul tetto. Meno di sei minuti dopo la chiamata. L’autista, un uomo con aria rassicurante, gli aprì il bagagliaio con un cenno rapido: “Veloci, signore, che facciamo in tempo! Lasci fare a Luca, conosco ogni scorciatoia di questa città anche sotto l’acqua.” Marco si gettò sul sedile posteriore, la valigetta stretto al petto come un talismano.

Il viaggio fu un susseguirsi di curve morbide ma decise, di corsie preferenziali sfruttate. Luca, concentrato ma calmo, navigava il traffico residuo notturno e la pioggia con perizia da pilota. “Non si preoccupi, signore. Abbiamo sempre il pallino della puntualità, soprattutto per le cose importanti,” disse sorridendo attraverso lo specchietto. Varcarono l’ingresso della stazione Garibaldi con ben dieci minuti di anticipo sul treno. Marco pagò in un lampo, ringraziando con parole affannate e sincere. “Andrà benissimo, vedrà. Buona fortuna!” rispose Luca, mentre già la portiera automatica si chiudeva. Marco corse verso i binari, il cuore che ancora martellava per l’adrenalina, ma l’ansia era svanita. La sagoma puntuale del Frecciarossa entrò in stazione sotto la pioggia. Con la valigetta salva e la gratitudine per quel servizio affidabile che, quando tutto sembrava perduto, era stato la sua ancora di salvezza. Grazie a Radio Taxi 24, il suo futuro non era finito sotto una pioggia milanese.

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