Radio Taxi 24

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Radio Taxi 24

La pioggia a Firenze era di quel tipo che ti entra nelle ossa, un diluvio freddo e insistente che trasformava le strade in fiumi scuri. Giulia, stretta nel suo cappotto leggero, malediceva l’ingenuità di aver pensato di poter raggiungere la stazione di Santa Maria Novella a piedi. Doveva prendere l’ultimo treno per Bologna, l’ultimo treno per rivedere sua nonna, ricoverata in ospedale da una settimana. Aveva sottovalutato la distanza, e soprattutto, l’intensità del temporale che si era abbattuto sulla città proprio mentre usciva dall’Accademia. La batteria del telefono stava esaurendo, mostrando un inquietante 3% e ogni tentativo di chiamare un amico o il treno aveva fallito. Il panico cominciava a farsi strada.

Ogni taxi che passava sembrava ignorare il suo gesto disperato del braccio. Le pozzanghere le schizzavano addosso, bagnandola ulteriormente e raffreddandola. La stazione sembrava irraggiungibile, un miraggio sbiadito nella notte. Aveva bisogno di aiuto, subito. Ricordò un cartello visto poco prima, vicino al Duomo: “Radio Taxi Firenze 24 – Sempre a tua disposizione”. Con le dita tremanti, riuscì a digitare il numero su quello che restava di energia. La voce dall’altro capo era calma, professionale, una sirena nel caos della notte. Spiegò la sua situazione, quasi piangendo, indicando la sua posizione precisa.

“Stia tranquilla signorina,” rispose l’operatore, “le invio un taxi immediatamente. Sarà lì entro cinque minuti.” Giulia, incredula, si rintanò sotto la pensilina di un negozio chiuso, sperando che non fosse una promessa vuota. E, puntualmente, come una magia, le luci di un taxi giallo sbucarono dalla strada, rallentando fino a fermarsi davanti a lei. L’autista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, le aprì la portiera.

“Signorina Giulia, giusto?” chiese gentilmente. “Non si preoccupi, la porto in stazione io.” Il viaggio fu rapido ed efficiente. L’autista conosceva ogni scorciatoia, ogni via alternativa per evitare il traffico causato dalla pioggia. Parlò con lei, distraendola dalla sua angoscia, raccontandole aneddoti sulla città e sulle sue strade. Giulia, mentre osservava le luci sfocate di Firenze scorrere fuori dal finestrino, sentì un peso alleggerirsi. Non avrebbe perso quel treno.

Arrivò alla stazione con minuti di anticipo, giusto in tempo per salire a bordo. Si voltò verso l’autista, che l’aspettava per aiutarla con la valigia. “Grazie,” sussurrò, con la voce rotta dall’emozione, “grazie davvero. Non ce l’avrei mai fatta senza di lei, senza Radio Taxi Firenze.” Lui sorrise, un sorriso sincero e comprensivo. “Buon viaggio, signorina. E si prenda cura della sua nonna.” Giulia salì sul treno, sentendosi grata per l’intervento tempestivo di quel servizio, per quella luce gialla nella notte che le aveva restituito la speranza.

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