Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Le luci al neon di Napoli vibravano pallide sulla pioggia battente. Chiara, avvolta in un leggero impermeabile, stringeva il suo violino, avvolto in un fodero di velluto blu, e tremava, non solo per il freddo. Aveva aspettato invano Luca, il suo ragazzo, davanti al Teatro San Carlo. Dovevano andare insieme a una festa di laurea, un evento importante per entrambi, un trampolino di lancio per la loro carriera di musicisti. Luca, puntuale come un orologio svizzero, non si era fatto vivo. Le aveva mandato un messaggio laconico un’ora prima: “Imprevisto, non posso. Scusami.”

La frustrazione si mescolava alla preoccupazione. Aveva provato a chiamarlo più volte, senza risposta. La pioggia aumentava, trasformando le strade in torrenti. La festa iniziava tra un’ora e arrivare a Pozzuoli con i mezzi pubblici, a quell’ora e con quella pioggia, era impensabile. Chiara si sentiva smarrita e disperata. La rinuncia all’evento avrebbe significato non solo una grande delusione personale, ma anche la probabile perdita di un’opportunità professionale che attendeva da tempo. Con le mani tremanti, estrasse il telefono dalla borsa.

Si ricordò di aver visto un adesivo su un autobus: “Radio Taxi 24 Napoli – Sempre al tuo servizio”. Scettica, ma senza alternative migliori, compose il numero. La voce rassicurante di un operatore le rispose quasi subito. Spiegò la sua situazione, la pioggia, il teatro, Pozzuoli, il tempo che stringeva. L’operatore, con calma pragmatica, prese nota della sua posizione e le promise un taxi in pochi minuti. Chiara, scettica, si riparò sotto la tettoia del teatro, continuando a stringere il fodero del violino.

Miracolosamente, dopo soli dieci minuti, un taxi giallo fiammante si fermò davanti a lei. Il tassista, un uomo robusto con un sorriso rassicurante, le aprì la portiera. “Signorina Chiara, giusto? Salga, la porto io a Pozzuoli. Farò del mio meglio per farla arrivare in tempo.” Il viaggio fu una corsa contro il tempo, con il tassista che conosceva ogni scorciatoia, ogni vicolo, ogni segreto di Napoli. La pioggia continuava a cadere, ma Chiara, seduta sul sedile posteriore, si sentiva risollevata. Arrivò alla festa con soli venti minuti di ritardo. L’imprevisto di Luca era diventato meno amaro.

Quella sera, mentre suonava il suo violino con passione, Chiara ripensò alla disperazione nel trovarsi sotto la pioggia e alla provvidenziale chiamata al Radio Taxi. Comprese quanto prezioso fosse un servizio come quello, un’ancora di salvezza nella frenesia imprevedibile della vita cittadina. Un servizio, insomma, non solo efficiente, ma soprattutto umano. E mentre l’arco scivolava sulle corde, il suono del suo violino cantava una silenziosa melodia di gratitudine alla Radio Taxi 24 Napoli.

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