Il profumo di limoncello e salsedine era denso nell’aria tiepida di Napoli, ma Lucia non lo sentiva. Era troppo concentrata sul ticchettio ossessivo dell’orologio sul suo cellulare. Le 23:47. Mancavano tredici minuti alla scadenza. Tredici minuti per presentare alla piccola libreria di Porta Nolana il manoscritto che aveva impiegato anni a scrivere, la sua speranza, il suo futuro. Ma il treno regionale da Salerno, previsto per le 22:30, era rimasto bloccato in aperta campagna a causa di un guasto alla linea. Nessun segnale, nessun aggiornamento, solo l’angoscia che le stringeva la gola. Aveva provato a chiamare la libreria, ma era ormai chiuso.
La situazione sembrava disperata. Pensò di rinunciare, di rimandare a domani, ma l’idea la terrorizzava. Quante volte si rimandava, poi, al giorno dopo? Quante occasioni perse per paura, per un semplice intoppo? Un’amica le aveva suggerito, anni prima, di salvare il numero di Radio Taxi 24. “Napoli è imprevedibile, Lucia. Non si sa mai quando può servire un aiuto.” Si sentì sciocca ad averlo ignorato per tanto tempo, considerandolo un lusso inutile. Con le mani tremanti, digitò il numero sul telefono.
Una voce calma e professionale rispose quasi istantaneamente. Lucia spiegò la sua situazione, quasi singhiozzando. L’operatore, senza scomporsi, le chiese la posizione precisa del treno, confermò la disponibilità di un taxi e le comunicò un tempo di attesa stimato di circa venti minuti. Ventì minuti che sembrarono un’eternità. Mentre aspettava, vedeva le luci dei treni che sfrecciavano sulla linea parallela, crudeli promemoria della sua immobilità. Finalmente, in lontananza, vide i fari gialli che si avvicinavano.
Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, si presentò come Gennaro. Senza farle troppe domande, la invitò a salire e, ascoltando il racconto concitato della sua avventura, attivò il navigatore. Gennaro conosceva Napoli come le sue tasche e sembrava in grado di aggirare qualsiasi ostacolo. Sfrecciò tra i vicoli stretti, evitando le bancarelle e il traffico notturno con una maestria impressionante. Lucia controllava ossessivamente l’orologio.
Arrivarono davanti alla libreria alle 00:07. Lucia saltò giù dal taxi, tirando fuori i pochi spiccioli che aveva con sé. “Grazie, grazie davvero,” ripeté, mentre il libraio, un uomo anziano con gli occhiali appoggiati sulla punta del naso, apriva la porta con aria sorpresa. Gennaro sorrise di nuovo. “È il mio lavoro, signorina. Buona fortuna con il suo libro.” Mentre guardava il taxi allontanarsi, Lucia sentì un peso alleggerirsi dal cuore. Radio Taxi 24 non le aveva solo offerto un passaggio, le aveva restituito una speranza. E, forse, un futuro.
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