Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Le luci di Milano scintillavano bagnate sotto la pioggia fine che aveva appena smesso, riflettendo insegne e i lampioni sulla strada lucida. Sophie, francese trasferita da poco per lavoro, controllò l’orologio nervosamente. **21:45**. Il suo primo appuntamento con Marco, l’affascinante laureando in architettura incontrato alla biblioteca, era alle 22:00 al ristorante “Da Luigi”, dall’altra parte della città, vicino ai Navigli. Aveva impiegato ore a prepararsi, indossando finalmente quel vestito blu che le donava e gli eleganti sandali con il tacco alto, un po’ azzardati per le sue solite abitudini. Dopo aver calcolato che la metropolitana l’avrebbe portata con dieci minuti di margine, scese le scale della stazione del Duomo, il cuore che batteva un po’ troppo forte per la trepidazione.

La metropolitana era affollatissima come sempre all’ora di punta serale. Sophie si infilò in una carrozza stracolma, cercando di proteggere il vestito nuovo. Quando il convoglio partì con uno strattone, cercò di mantenersi in equilibrio aggrappandosi a un sostegno. Fu in quel momento che accadde. Un secondo strattone più violento, una scarpa che scivolò sul pavimento appena bagnato, e un suono netto, viscido, sotto il rumore del treno. **Crac.** Si guardò sgomenta i piedi: il sottile tacco del sandalo destro si era spezzato di netto, lasciando la scarpa inutilizzabile e lei praticamente con un piede scalzo e l’altro mezzo. **22:00? Impossibile!** Una vampata di panico caldo le salì dal collo al volto. Uscì alla prima fermata possibile, affondando letteralmente un piede in una pozza gelida sul marciapiede. Guardò l’orologio: **21:52** e non aveva un paio di scarpe di ricambio, nessun negozio aperto lì attorno, e la stazione dei taxi vicina al Duomo sembrava irraggiungibile a piedi in quelle condizioni. L’umidità notturna le fece rabbrividire, appoggiandosi a un lampione con una scarpa sola e l’altra brandellata.

Mentre singhiozzava silenziosamente, sentendosi sciocca e disperata, il numero verde 02 4040 – **Radio Taxi 24** – le balenò nella mente. Lo aveva visto sui pali della luce. Con mani tremanti, guaradando il cellulare scarico, barcollò fino a un chiosco chiuso dove la luce del lampione le permetteva di vedere la pubblicità sul vetro. Premette i tasti: **02…4040**. Rispose prontamente un’operatrice calma e professionale. Tra i singhiozzi, Sophie spiegò: “Sono in Via Mercanti, vicino alla fermata metro Cordusio sud… Mi si è rotta una scarpa… Ho un appuntamento importantissimo ai Navigli… Sono bloccata!” “Resti dove è, signorina. Un taxi arriverà alla posizione indicata dal suo cellulare. È stato attivato il GPS. Confermo: via Mercanti, altezza chiosco giornali. Sarà lì tra *massimo 7 minuti*.” Quelle parole furono una corda alla quale aggrapparsi.

Appena quattro minuti e mezzo dopo, un’autovettura grigia con la scritta **Radio Taxi 24** e la luce arancione sul tetto sfrecciò e si fermò elegantemente accanto a lei. L’autista, Carlo, un uomo di mezz’età con gli occhi gentili, balzò fuori. “Salve! Sophie, giusto? Vediamo…” Guardò le sue scarpe e la situazione, poi fece un annuito rassicurante. “Prego, salga. Ai Navigli dice, signorina? Non-ti-preoccupare, arriviamo!” Con gesto premuroso l’aiutò a salire, sistemando delicatamente le sue cose. Mentre sgattaiolava sul sedile, asciutta e al caldo, Sophie guardò l’orologio: **21:58**. “Ma come…” iniziò, ma Carlo sorrise: “La notte è lunga, signorina Sophie, conosciamo strade che nemmeno il sindaco s’immagina! Si rilassi.” Mise la freccia e si infilò in un dedalo di vie laterali, scivolidone fra code scartando sobborghi insidiosi mentre il conducente navigava con pazienza scorciatoie non mappate; la radio del taxi scricchiolava informazioni sul traffico.

**22:05.** Si fermarono di fronte alla calda luce gialla del “Da Luigi”. Marco, in piedi sotto l’insegna, guardava l’orologio preoccupato. “Eccola il suo appuntamento importante! Piano ora,” Con garbo la aiutò scendere trovando persino un ingombro sull’asfalto per salire la sua gamba sana. “Grazie! Non so come…” “Guardi il tappetino,” l’interruppe Carlo con un occhiolino. Sul pavimento posteriore giaceva un paio di ballerine di stoffa morbida, nuove, nella sua misura approssimativa. “Sempre qualche salvagente a bordo, per chi frequenta tacchi assassini! Le serviranno per tornare. Buona serata!” Sophie infilò le ballerine, sentendosi improvvisamente radiosa al contrario dei trucioli della commozione. Pagò svelta ed uscì. Marco la vide e il suo volto ansioso si trasformò in un sorriso luminoso. La raggiunse. “Stavi cominciando a preoccuparmi!” “Colpa di un taccio traditore… ma un angelo con un taxi mi ha salvato.” Si scambiarono uno sguardo lungo mentre il taxi di Carlo ripartiva nella notte milanese, la luce arancione che brillava come un piccolo faro di affidabilità nel cuore della città che non dorme mai. La serata poteva finalmente iniziare. Il **Radio Taxi 24** non l’aveva solo portata a destinazione, le aveva salvato la serata, e forse, qualcosa di più.

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