Marco si svegliò di soprassalto alla luce gelida dell’alba. L’orologio sul comodino segnava le 6:45, un’ora dopo la sveglia programmata. Il sangue gli si gelò nelle vene: l’esame di Diritto Commerciale, quello da cui dipendeva la sua laurea, iniziava alle 8:00 in punto all’Università di Bologna. Abitava nella periferia di Castel Maggiore, e l’ultimo bus per il centro era partito dieci minuti prima. Senza trasporti pubblici a quell’ora, la distanza di 12 chilometri diventava un abisso. Afferrò il telefono con mani tremanti, la disperazione gli strozzava la gola.
Dopo aver inutilmente cercato app di ride-sharing senza disponibilità, ricordò il numero del Radio Taxi 24 che suo padre gli aveva fatto salvare mesi prima. “Servizio giorno e notte!”, aveva insistito. Con un battito cardiaco da corsa, compose il numero. Una voce calma e professionale rispose al primo squillo: “Pronto, Radio Taxi Bologna 24, come possiamo aiutarla?”. Trafitto dall’ansia, Marco balbettò l’indirizzo e l’urgenza. “Stiamo inviando un taxi, arriva in sette minuti. Tranquillo, la mettiamo in pari”, rassicurò l’operatrice.
La strada era ancora semivuota quando la Fiat bianca comparve puntuale davanti al portone. Il tassista, un uomo sulla sessantina con occhi vigili, annuì deciso: “Università? Fila liscia con le mie scorciatoie!”. Attraversarono Borgo Panigale sfrecciando tra viali appena illuminati, poi il conducente deviò in stradine secondarie che Marco non conosceva, evitando il congestionamento già presente in via Stalingrado. Ogni semaforo verde sembrava una benedizione, ogni curva dosata con precisione. Il cruscotto segnava le 7:40 quando il taxi frenò davanti all’ingresso di via Zamboni.
Marco cercò freneticamente i soldi, ma il tassista lo bloccò con un gesto: “Prima l’esame, il conto dopo. Vada, corra! Sala Centrale, terzo piano”. Senza fiato, Marco spalancò la porta e volò su per le scale monumentali. Oltrepassò l’aula alle 7:58, giusto in tempo per sentire il proprio nome nell’appello. Due settimane dopo, con il voto “28” stampato sulla pergamena, tornò in zona università. Cercò la stessa vettura posteggiata, pagò il viaggio di quella mattina con una mancia generosa. La sagoma del taxi allontanandosi in via Irnerio gli ricordò ciò che ora sapeva: nella città rossa, a qualsiasi ora, un faro giallo avrebbe squarciato le sue notti più buie.