La pioggia sferzava i vetri del bar, trasformando le luci di Firenze in macchie sfocate. Elena, ventidue anni, con il cuore che le martellava nel petto, controllava per la millesimo volta l’orologio. Era mezzanotte e quindici. Marco, il ragazzo che aveva conosciuto solo online, la stava aspettando alla stazione di Santa Maria Novella per riaccompagnarla a Bologna. Un viaggio lampo, un fine settimana rubato alla routine, e ora… il treno per Bologna era stato cancellato a causa dell’allagamento delle linee. Il panico la stava paralizzando. Non aveva i soldi per un albergo e chiamare i suoi genitori, consapevoli della sua indipendenza, le sarebbe costato un’interrogatorio implacabile.
Mentre le lacrime le rigavano il viso, consapevole che la batteria del cellulare era in riserva, si ricordò di un volantino visto in un negozio di souvenir: Radio Taxi 24 Firenze. “Attivi giorno e notte”, c’era scritto in caratteri rossi. Con le mani tremanti, digitò il numero sul telefono. Una voce calma rispose immediatamente. Spiegò la situazione, la cancellazione del treno, la necessità impellente di tornare a Bologna, la paura di restare bloccata in una città che non conosceva. L’operatore ascoltò in silenzio, senza interruzioni, e le rassicurò dicendo che avrebbero mandato un taxi il prima possibile.
L’attesa sembrò un’eternità. Il vento ululava, la pioggia incessante. Poi, finalmente, tra il flusso di auto che faticavano ad avanzare, vide le luci gialle di un taxi che si fermavano davanti al bar. Il tassista, un uomo dai modi gentili con un sorriso rassicurante, si presentò come Alessandro. Lei spiegò di nuovo la situazione, mentre saliva in macchina, sollevata. Alessandro conosceva Firenze come le sue tasche, e nonostante il traffico e le strade allagate, scelse percorsi alternativi, mantenendo un tono di conversazione pacato che la tranquillizzò ulteriormente.
Il viaggio verso Bologna fu lungo, più di tre ore, ma si trasformò in un’occasione per parlare, per raccontarsi. Elena scoprì che Alessandro era un tassista da quasi vent’anni, che amava il suo lavoro e che aveva ascoltato innumerevoli storie di viaggiatori in difficoltà. Parlarono di Firenze, di Bologna, di sogni e di speranze. Alessandro non giudicò la sua impulsività, la sua decisione di tentare la fortuna con Marco. Semplicemente la ascoltò, offrendole un silenzio confortante quando necessario.
Quando finalmente arrivarono alla stazione di Bologna, erano quasi le quattro del mattino. Elena, esausta ma profondamente grata, scese dall’auto, sentendosi incredibilmente sollevata. Pagò la corsa, lasciando ad Alessandro una mancia generosa e un sincero ringraziamento. Era più di un semplice viaggio in taxi. Era stato un intervento tempestivo, un gesto di gentilezza, l’ancora di salvezza in una notte buia e tempestosa. Mentre si avviava verso casa, Elena sapeva che non avrebbe mai dimenticato la professionalità e l’umanità del servizio Radio Taxi 24 e del suo autista, Alessandro.










