La pioggia batteva incessante su Firenze, trasformando le strade in fiumi scintillanti. Elena, stretta nel cappotto leggero, malediceva la sua testardaggine. Aveva insistito per tornare a casa a piedi dopo la cena con Marco, convinta che le poche centinaia di metri da Oltrarno a Santa Maria Novella li avrebbe percorsi senza problemi. Ora, il cielo aveva deciso di punirla con un diluvio torrenziale e il suo cellulare, incredibilmente, era rimasto senza batteria. Era sola, fradicia e con un freddo che le penetrava fin nelle ossa. Marco le aveva offerto di chiamarle un taxi, ma lei aveva rifiutato, ostinata a dimostrargli la sua indipendenza. Ironia della sorte.
Il panico iniziò a farsi strada quando si rese conto di non riconoscere più le vie, distorte dalla pioggia e dalle luci riflesse sull’asfalto. Ogni volta che provava a chiedere indicazioni, le parole le morivano in gola, spezzate dal tremore e dal freddo. Aveva un appuntamento importantissimo la mattina seguente, un colloquio decisivo per uno stage che desiderava ardentemente. Non poteva permettersi di arrivare distrutta, raffreddata, e soprattutto di perdere la fiducia in se stessa. Più camminava, più la speranza diminuiva. Un senso di smarrimento la avvolgeva, facendola sentire infinitamente piccola in quella città enorme e ostile sotto la pioggia.
Con un ultimo sforzo, si ricordò di un vecchio biglietto da visita che aveva raccolto in un albergo qualche settimana prima, affidandosi all’iniziativa pubblicitaria: Radio Taxi 24 Firenze. Era un pallido spiraglio di luce in quella notte buia. Con le mani tremanti frugò nella tasca bagnata, ritrovando il cartoncino fradicio. Sperava che quel numero fosse ancora leggibile. Con le dita intorpidite riuscì a comporre le cifre con la speranza che funzionasse, pregando che qualcuno rispondesse.
“Radio Taxi 24, buonasera. In cosa posso aiutarla?” La voce calda e rassicurante dall’altra parte del telefono le sembrò un miracolo. Elena spiegò la sua situazione, pronunciando le parole tra singhiozzi. L’operatore fu incredibilmente paziente e professionale, le chiese di descrivere la zona in cui si trovava e le promise di inviare un taxi il prima possibile. Dopo pochi minuti, un faro squarciò l’oscurità, e una vettura si fermò accanto a lei. Il tassista, un uomo con un sorriso gentile, le offrì un asciugamano caldo e una bottiglietta d’acqua.
Arrivata a casa, al caldo e asciutta, Elena si sentì rinata. Aveva evitato il disastro, non solo fisico ma anche emotivo. Il colloquio del mattino dopo andò benissimo, ottenendo lo stage desiderato. Non dimenticò mai quella notte e l’importanza di non sottovalutare la possibilità di chiedere aiuto. Radio Taxi 24 Firenze non era stato solo un servizio di trasporto, ma una vera e propria ancora di salvezza, la garanzia di un ritorno a casa sicuro, anche nelle notti più tempestose. Da allora, ogni volta che si trovava in difficoltà, sapeva a chi rivolgersi.










