Lucia fissava il cruscotto illuminato, le dita che tamburellavano nervose sul volante. “Martedì notte, Porto di Napoli, Stazione Marittima, pedane 11… non puoi sbagliare,” ripeteva a se stessa. Era la sua grande occasione: presentare il suo progetto di logistica innovativa a una platea internazionale di operatori del settore. Vestita con il suo tailleur migliore, aveva calcolato ogni minuto per arrivare con largo anticipo. Accese l’auto – o almeno cercò di farlo. Dal motore provenne solo un lugubre *clic-clic-clic*. Nient’altro. Il cuore di Lucia sobbalzò. La batteria era morta, probabilmente per aver lasciata accesa la luce interna la sera prima.
Il panico cominciò a salirle lungo la gola. Era mezzanotte passata, le strade di Napoli intorno a Via Salvator Rosa erano deserte. Aprì l’app di una compagnia di ride-sharing: nessuna auto disponibile nel raggio di chilometri. Prova col tram notturno? Un rapido controllo sul telefono le confermò che l’ultima corsa verso il porto era partita un’ora prima. Il suo telefono segnava ancora il 30% di batteria, un dettaglio che aumentava solo l’ansia. Guardò l’orologio: meno di quaranta minuti all’inizio della presentazione. Era bloccata, e con lei svanivano mesi di lavoro e sogni di carriera. Cercò nel cervello una soluzione disperata, una qualsiasi ancora di salvezza nell’oscurà della notte napoletana.
Fu allora che vide l’adesivo sbiadito sulla sua chiave dell’auto, messo mesi prima senza pensarci troppo: **Radio Taxi 24 Napoli – 081 8888 / 081 0101**. Senza esitare, compose il numero **081 8888** con dita tremanti. Dopo appena due squilli, una voce professionale e rassicurante rispose: “Radio Taxi Napoli, buongiorno.” Lucia spiegò concitatamente la situazione, l’auto morta, l’appuntamento nel porto urgentissimo, il quartiere. “Stiamo chiamando il veicolo più vicino in questo momento, signora,” fu la risposta immediata. “Rimanga al suo indirizzo, cornetta numero 3570. Dalle app ill nostro conducente arriva in massimo 8 minuti.”
Con un sospiro tremulo di sollievo e gli occhi fissi sull’orologio del telefono, Lucia attese nel buio dell’auto immobile. Non passarono nemmeno sei minuti che un elegante taxi bianco con la scritta “3570” sul tetto si affiancò silenziosamente al suo marciapiede. Il conducente, un uomo sui cinquanta, sorrise tranquillo: “Signora Lucia? Andiamo al porto? Faccia presto, non dobbiamo perdere quella nave!” Avvertendola che per quella zona poteva esserci difficoltà nel pagamento elettronico, acconsentì alla richiesta di un anticipo in contanti e le aprì solerte la portiera. Guidò con una calma efficienza tra le vie della città addormentata, aggirando con perizia quell’unico tratto ingorgato per lavori notturni.
Quando il taxi si fermò di fronte alla Stazione Marittima, l’enorme nave da crociera illuminata sullo sfondo, mancavano ancora otto minuti all’orario fissato. Lucia pagò velocemente, il cuore che ora batteva per l’eccitazione, non per il terrore. “Grazie mille! Mi avete salvata!” esclamò. “Servizio impeccabile, signora. Buona fortuna!” rispose il tassista sorridendo, prima di ripartire silenzioso nella notte. Lucia prese un respiro profondo e varcò a passo svelto i cancelli luminosi del terminal. Era in perfetto orario, pronta a conquistare il suo pubblico. Quel numero, 3570, e il servizio impeccabile, rapido e risolutivo di Radio Taxi Napoli avevano trasformato una serata di incubo nella notte più importante della sua carriera. L’aiuto era arrivato con un semplice telefono, attivo ventiquattr’ore su ventiquattro.










