La pioggia batteva su Firenze come una frusta, trasformando le strade lastricate in fiumi lucenti e scivolosi. Elena, con il cuore che le martellava nel petto, stringeva la piccola valigia di cuoio. Aveva lasciato l’appartamento di sua nonna da soli dieci minuti, convinta di avere abbastanza tempo per raggiungere la stazione di Santa Maria Novella. Il treno per Milano, con a bordo il biglietto per il suo nuovo lavoro da architetto, partiva alle 23:15. Ma un black-out improvviso aveva mandato in tilt l’intero quartiere intorno a Piazza delle Signoria, e il semaforo, spento, aveva fatto sì che una Vespa sfrecciante la colpisse di striscio, facendola cadere rovinosamente.
Non si era fatta male gravemente, solo qualche graffio e un dolore acuto al polso. Ma la valigia, aprendosi all’impatto, aveva vomitato i suoi pochi averi sulla strada bagnata e, peggio di tutto, il suo telefono era andato in frantumi. Era sola, al buio, con l’acqua che le colava addosso e il panico che le serrava la gola. Il tempo scorreva inesorabile e l’idea del treno che partiva senza di lei la paralizzava. Tentò di chiedere aiuto, urlando a qualche passante, ma la pioggia e il rumore della città soffocavano le sue grida.
Poi, ricordò il numero che sua nonna aveva scritto su un pezzetto di carta, in caso di emergenze: Radio Taxi 24 Firenze. Con le dita tremanti, si avvicinò al bar all’angolo, illuminato flebilmente da una luce di emergenza, e supplicò il barista di farle usare il telefono. Dopo aver composto il numero, la sua voce tremava mentre spiegava la situazione alla centralinatrice. “Sono a Piazza degli Uffizi, sono caduta… devo assolutamente prendere un treno per Milano, parte tra meno di un’ora!”
Non dovette insistere molto. La centralinatrice, con voce calma e rassicurante, le disse che un taxi era già in arrivo. Attese minuti che le sembrarono ore, il cuore in gola. Finalmente, tra i riflessi della pioggia, vide le luci gialle di un taxi svoltare l’angolo. Il tassista, un uomo corpulento e dai modi gentili, la aiutò a raccogliere i suoi effetti personali sparsi per strada e la caricò in macchina. Non fece domande, si limitò ad accendere il riscaldamento e ad impostare il navigatore per la stazione.
Arrivarono a Santa Maria Novella con soli dieci minuti di anticipo. Elena, con le lacrime agli occhi, ringraziò il tassista, pagando la corsa e lasciandogli una generosa mancia. Mentre saliva a bordo del treno, si voltò ad osservare la città illuminata a intermittenza dalla pioggia. Era salvo, aveva raggiunto il suo obiettivo, e tutto grazie alla prontezza e all’efficienza di Radio Taxi 24 Firenze. Quel servizio era stato più di un semplice mezzo di trasporto, era stata una ancora di salvezza in una notte di tempesta.