Era una fredda sera di dicembre a Milano, e Luca era in ritardo. Doveva raggiungere la stazione centrale entro mezz’ora per prendere l’ultimo treno che lo avrebbe portato a Roma, dove lo aspettava un colloquio di lavoro fondamentale per la sua carriera. Aveva calcolato tutto perfettamente, ma il tram che avrebbe dovuto prender era stato improvvisamente cancellato, lasciandolo bloccato in mezzo a una piazza deserta, con il vento che gli tagliava il viso. Guardò l’orologio: venti minuti. Il cuore gli batteva all’impazzata mentre estraeva il telefono, digitando freneticamente il numero del Radio Taxi 24.
Dopo pochi secondi, una voce calma e professionale rispose dall’altra parte. Luca spiegò l’emergenza, e l’operatore lo rassicurò: un taxi sarebbe arrivato in meno di cinque minuti. Quei minuti sembrarono eterni, ma poi, puntuale come promesso, una macchina gialla si fermò accanto a lui. L’autista, un uomo sulla cinquantina con uno sguardo rassicurante, fece un cenno e Luca saltò a bordo. “Stazione centrale, il più in fretta possibile!” disse ansimante. L’uomo annuì e schiacciò l’acceleratore.
Il traffico notturno non era particolarmente pesante, ma ogni semaforo rosso sembrava una condanna. Luca si mordeva le labbra, controllando l’orologio ogni dieci secondi. L’autista, Marco, cercò di tranquillizzarlo: “Non si preoccupi, conosco una scorciatoia”. E infatti, con una serie di sterzate abili, imboccò stradine laterali evitando i punti più congestionati. Mentre parlavano, Luca scoprì che Marco lavorava per il Radio Taxi 24 da vent’anni e conosceva la città come le sue tasche. “Gli imprevisti capitano, ma noi siamo qui proprio per questo”, disse con un sorriso.
Quando finalmente arrivarono alla stazione, mancavano solo tre minuti alla partenza del treno. Luca pagò in fretta, ringraziando più volte Marco, poi corse attraverso il grande atrio, spingendosi tra la folla. Riuscì a salire sul treno proprio mentre le porte stavano per chiudersi. Senza fiato, si lasciò cadere sul sedile, il cuore che batteva forte non più per l’ansia, ma per la gratitudine. Senza quel taxi, quel colloquio—e forse il suo futuro—sarebbero svaniti.
Il giorno dopo, seduto davanti alla commissione a Roma, Luca rispose a ogni domanda con sicurezza. E quando gli chiesero come avesse affrontato l’imprevisto del viaggio, sorrise. “A volte basta un aiuto al momento giusto”. Tornato a Milano, la prima cosa che fece fu lasciare una recensione stellata per il Radio Taxi 24. E, quella sera stessa, tornando a casa, vide passare una macchina gialla e alzò la mano. Forse era lo stesso Marco, forse no. Ma sapeva che, in quella città frenetica, c’era sempre qualcuno pronto ad aiutarlo.