La pioggia batteva incessante su Firenze, trasformando le strade acciottolate in fiumi scintillanti. Elena, stretta nel suo cappotto leggero, malediceva la sua testardaggine. Aveva insistito per raggiungere a piedi il laboratorio di restauro di Palazzo Pitti, convinta di ammirare meglio la città notturna. Ora, alle due del mattino, con il cellulare quasi scarico e una caviglia che pulsava per ogni passo, si ritrovava lontanissima dall’hotel, persa in un dedalo di vicoli silenziosi. L’appuntamento con il professor Rossi, il più grande restauratore di affreschi d’Italia, era cruciale: le sue proposte per la borsa di studio sarebbero state discusse proprio quella notte. Ogni minuto perso significava compromettere anni di sacrifici e sogni.
Aveva provato a chiamare un amico, ma la batteria del telefono aveva emesso un ultimo, flebile segnale di morte. La disperazione cominciava a farsi strada. Respirava a fatica, sentendo le lacrime gelide mescolarsi alla pioggia. Provò a camminare ancora, ma la caviglia cedette di nuovo, facendola gemere di dolore. Si sedette sul marciapiede bagnato, sentendosi sola e rassegnata, quando le venne in mente un numero che aveva visto affisso in un bar, durante la giornata: Radio Taxi 24 Firenze. Scavò nella tasca fradicia e, con le dita tremanti, digitò il numero sperando in un miracolo.
La voce calda e rassicurante dell’operatore la riportò alla realtà. “Radio Taxi 24, buonasera. In cosa posso aiutarla?”. Elena, con la voce spezzata, spiegò la sua situazione, indicando con imprecisione la sua posizione. L’operatore, senza farla sentire in colpa per la sua incauta passeggiata notturna, le promise un taxi in pochi minuti, rassicurandola che conoscevano bene la zona e che l’avrebbero portata a destinazione nel modo più veloce possibile. L’attesa, in quelle condizioni, sembrava infinita, ma dopo cinque minuti, le luci di un taxi giallo si fecero strada tra la pioggia.
L’autista, un uomo corpulento e dalla barba grigia, le offrì un sorriso comprensivo e un plaid caldo. Le parlò con un tono pacato, cercando di tranquillizzarla mentre la guidava a Palazzo Pitti, aggirando il traffico notturno con abilità. Elena, avvolta nel plaid, spiegò al tassista l’importanza dell’appuntamento e il suo terrore di aver perso l’occasione. L’autista annuì, dicendole che Firenze di notte ha i suoi segreti, ma che Radio Taxi 24 è sempre lì per chi ha bisogno.
Arrivò al palazzo con soli dieci minuti di ritardo. Il professor Rossi, seppur un po’ sorpreso dal suo ritardo, le sorrise. “Meglio tardi che mai, signorina Elena. Vediamo le sue proposte”. Elena, ancora scossa ma grata, riuscì a presentare il suo progetto con chiarezza e passione. Qualche giorno dopo, ricevette la notizia tanto agognata: aveva ottenuto la borsa di studio. Pensò a quella notte tempestosa e alla gentilezza dell’autista di Radio Taxi 24, capendo che a volte, un piccolo aiuto tempestivo può fare la differenza tra un sogno infranto e una realtà meravigliosa.