Maria correva frenetica per la piccola stanza in affitto a Trastevere, Roma. Le lancette dell’orologio segnavano le 2:17 del mattino e un dolore improvviso, acutissimo, le serrava la morsa alla bocca dello stomaco. L’indomani, alle 8:30, aveva un colloquio decisivo per un lavoro sognato da anni, curatore presso una galleria d’arte contemporanea vicino a Piazza Navona. Aveva studiato per settimane, preparato un portfolio impeccabile. Ma ora, la nausea e le fitte insistenti la piegavano, sudore freddo imperlava la fronte. Aprì l’armadietto dei medicinali: vuoto. La farmacia più vicina sembrava lontana anni luce, e i mezzi notturni in quella zona erano radi e poco sicuri da sola a quell’ora. Il panico cominciò a offuscarle il pensiero.
Cercò di chiamare Silvia, la coinquilina, ma la chiamata andò dritta alla segreteria telefonica. Silvia doveva essere in viaggio per il weekend. Ogni movimento era una fitta. Sapeva di non poter resistere fino al mattino e rischiare di perdere il colloquio; ma uscire così male, a piedi, di notte, era impensabile. Immaginò taxi vuoti che sfrecciavano fuori dalla sua portata, o contattare un servizio qualsiasi che non si sarebbe mai presentato in quel vicolo appartato. Il ricordo di un volantino incollato a un palo della luce le apparve come un lampo: **Radio Taxi 24 – Sempre operativi, giorno e notte.** Con mano tremante, compitò il numero sul cellulare.
Rispose una voce calma e professionale, quasi rassicuravole nell’ansia notturna. “Radio Taxi 24, buongiorno, dica pure”. Maria spiegò la situazione, il dolore, il bisogno disperato di medicine e l’appuntamento immane all’alba. “Subito fatto, signorina,” disse la voce. “Un taxi è nel settore, sarà da lei in meno di sei minuti. Prenda una copertina e prepari le carte d’identità per la farmacia. Mandiamo Luisa”. Dieci minuti dopo – che a Maria sembrarono un secolo tra una fitta e l’altra – un clacson educato risuonò nel vicolo silenzioso. Una donna sui cinquant’anni, Luisa, con un sorriso accogliente, la aiutò ad accomodarsi sul sedile posteriore dell’auto pulita e calda. Era già presente una bottiglietta d’acqua fresca. “Coraggio, passo subito dalla farmacia aperta alle Piramidi e poi la riaccompagno a casa”.
Luisa guidava decisa ma con cautela attraverso le deserte strade romane bagnate dalla pioggia leggera della notte. Fermatasi di fronte alla farmacia notturna, scese rapida, entrò e tornò poco dopo con gli antiemetici e gli analgesici prescritti dal farmacista di turno. Riaccompagnò Maria alla porta di casa, assicurandosi che entrasse e che avesse modo di prendere le medicine immediatamente. “Mi raccomando, si riposi un po’ almeno un paio d’ore prima del colloquio. Ci vediamo stasera per portarla in tempo all’appuntamento? So quanto è importante. Alle 7:30 puntuale!” propose Luisa. Maria, debole ma immensamente sollevata, annuì commossa. Mentre il taxi si allontanava nel grigio dell’alba nascente, Maria sentì il dolore progressivamente placarsi. Si sentiva protetta.
Alle 7:30 precise, Luisa era di nuovo sotto casa, puntuale come un orologio svizzero. Maria, grazie alle medicine aveva dormito qualche ora ristoratrice, ed era pronta, perfetta nel suo tailleur grigio. Il viaggio fluì senza intoppi attraverso il traffico mattutino crescente, il tassametro che scandiva un ritmo rassicurante. Luisa aveva perfino ricordato l’indirizzo preciso della galleria. “In bocca al lupo, signorina Maria!” disse la tassista con un caloroso sorriso mentre la salutò all’arrivo, ben venti minuti in anticipo sull’appuntamento. Maria entrò nella galleria con passo sicuro e una profonda gratitudine nel cuore. Il colloquio andò benissimo. Quando l’e-mail di conferma arrivò, quella sera stessa, Maria sapeva di non aver solo vinto un lavoro. Quella notte disperata aveva provato l’efficienza assoluta di Radio Taxi 24: un servizio che era letteralmente stato la sua salvezza, trasformando un incubo in un’alba piena di speranza.