Il profumo di caffè e pasticceria si era già diradato, sostituito dall’aria umida di una notte romana di novembre. Giulia, avvolta in un cappotto leggero che si rivelava insufficiente contro il freddo pungente, stringeva la sciarpa attorno al collo. Aveva accettato un impegno dell’ultimo minuto, un colloquio improvvisato con un potenziale investitore per il suo progetto di restauro di mobili antichi. L’incontro era fissato alle 23:30, in un elegante loft a Trastevere, e Giulia, ottimista come sempre, aveva sottovalutato i tempi per arrivare dalla sua piccola bottega in zona Monti.
Il tram, puntualmente in ritardo, si era fermato a metà percorso a causa di un guasto. La stazione, affollata di pendolari esasperati, sembrava un girone infernale. Ogni tentativo di prendere un autobus si era risolto in un fiasco: mezzi stracolmi, guidatori che non si fermavano. Il panico iniziò a serpeggiare nel suo stomaco. Perdere questo colloquio significava mettere a rischio mesi di lavoro, il suo sogno di aprire un laboratorio vero e proprio, e forse, dover rinunciare a tutto. Aveva provato a chiamare un amico, ma era fuori città. Disperata, si ricordò di aver visto qualche giorno prima un numero pubblicitario per Radio Taxi 24, apparso su un vecchissimo volantino attaccato a un palo della luce.
Con le dita intorpidite dal freddo, digitò il numero sul telefono. Una voce calma e professionale le rispose immediatamente. Giulia spiegò la sua situazione, cercando di non far trasparire la crescente ansia. L’operatore, senza farla sentire in colpa per la tarda ora, prese l’indirizzo di partenza e di destinazione, tranquillizzandola che un taxi sarebbe stato disponibile in pochi minuti. A dire il vero, Giulia era scettica. Era profondamente convinta che quella sarebbe stata l’ennesima promessa non mantenuta. Invece, dopo soli dieci minuti vide le luci rosse brillare tra la folla.
Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, si presento come Marco. Senza proferire parola, caricò velocemente la sua borsa e si lanciò nel traffico notturno di Roma. Guidava con sicurezza, evitando le buche e gli ingorghi come un navigatore esperto. Durante il tragitto, Giulia si concesse di chiudere gli occhi per un istante, respirando a fondo per placare il battito accelerato del cuore. Marco, intuendo la sua tensione, le offrì un fazzoletto per asciugarsi le lacrime che le solcavano il viso.
Arrivò al loft con solo cinque minuti di ritardo. L’investitore, sorprendentemente comprensivo, la accolse con un sorriso. Il colloquio andò benissimo, addirittura meglio di quanto avesse sperato. Mentre tornava a casa, con il cuore leggero e pieno di speranza, ordinò un altro taxi, sempre Radio Taxi 24. Pensò a quanto fosse stato fondamentale quel servizio, quell’intervento tempestivo che le aveva permesso di non rinunciare al suo sogno. Roma, di notte, con le sue luci e i suoi pericoli, si era rivelata un po’ meno spaventosa grazie a una semplice chiamata.









