La pioggia sferzava Firenze, trasformando le strade acciottolate in fiumi luccicanti e pericolosi. Elena, avvolta in un cappotto leggero che ormai non la proteggeva più, stringeva convulsamente la borsa. Era tardi, le due del mattino, e la mostra di scultura a cui aveva promesso di accompagnare la nonna, una donna indipendente e testarda, stava per chiudere. Aveva sottovalutato il traffico, poi un imprevisto sulla linea del tram, e ora si ritrovava bloccata dall’altra parte dell’Arno, senza una speranza apparente di arrivare in tempo. La nonna, malata da tempo, aveva espresso un desiderio: vedere dal vivo le opere di Alberto Burri, e Elena non voleva deluderla.
Il panico iniziò a serpeggiare dentro di lei. Aveva provato con il telefono, ma tutte le app di ride-sharing segnavano tempi di attesa impossibili o nessuna disponibilità. Le strade erano deserte, ad eccezione di qualche turista smarrito e qualche auto che sfrecciava cercando riparo. Pensò di tentare a piedi, ma la distanza era troppa e la pioggia sempre più insistente. La nonna si sarebbe preoccupata, e chissà se la mostra avrebbe aspettato ancora pochi minuti. Cominciò a rimpiangere di aver pensato di poter gestire tutto da sola, di non aver pianificato un piano B.
Con le mani tremanti, ricordò il numero che le aveva dato un amico fiorentino, un servizio di Radio Taxi 24, famoso per la sua rapidità e affidabilità. Digitò le cifre, incrociando le dita. Una voce calma e professionale rispose quasi subito. Spiegò la sua situazione, specificando l’urgenza e l’indirizzo. L’operatore, senza farla sentire in colpa per l’orario, le assicurò che un taxi sarebbe arrivato in pochi minuti. Elena si sentì un peso cadere dal cuore. L’attesa, in quel clima tempestoso, sembrò un’eternità, ma finalmente, tra le luci riflesse sull’asfalto bagnato, vide le sagome familiari di un taxi.
Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, la accolse con un gesto di comprensione. “Situazione difficile, eh? Cerchiamo di recuperare il tempo perduto.” Guidò con maestria tra le strade allagate, evitando abilmente gli ingorghi. Elena, seduta sul sedile posteriore, guardava il centro di Firenze scorrere veloce fuori dal finestrino, pregando che non fosse troppo tardi. Si sentiva grata per quell’intervento tempestivo, per la possibilità di non deludere la nonna.
Arrivarono alla galleria d’arte con soli dieci minuti di ritardo. La nonna, seduta su una panchina, la aspettava con un sorriso sereno. “Ero sicura che saresti arrivata,” disse stringendole la mano. “Non mi sarei mai persa Burri per questo tempo brutto.” Elena le raccontò dell’imprevisto e di come Radio Taxi 24 le avesse salvato la serata. La nonna annuì, con gli occhi lucidi davanti alle opere che tanto desiderava ammirare. In quel momento, Elena capì che certi servizi non sono solo un mezzo di trasporto, ma un legame prezioso, un aiuto concreto che può fare la differenza, soprattutto quando il tempo è tirano e l’affetto è in gioco.