La pioggia di novembre sferzava i vetri del caffè Gambrinus, a Napoli, rendendo la luce al neon quasi spettrale. Elena, con il cuore che le martellava nel petto, guardava l’orologio per la millesima volta. Le 23:17. L’esame di ammissione alla facoltà di medicina, il suo sogno, era iniziato un’ora prima, e a metà del test, un dolore lancinante alla schiena l’aveva bloccata. Era riuscita a malapena a chiedere aiuto a una delle assistenti, che le aveva consigliato di andare subito al pronto soccorso. Ma come? Era sola, senza soldi contanti e il suo telefono, per un guasto inspiegabile, era scarico. La sua famiglia era in provincia, impossibile raggiungerli in tempo. La disperazione la stava paralizzando.
Ricordò la pubblicità che aveva visto sui poster delle fermate dell’autobus: Radio Taxi 24, attivo giorno e notte. Cercò con lo sguardo un telefono pubblico, trovandone uno malconcio in fondo al locale. Le mani le tremavano mentre digitava il numero, pregando che fosse ancora attivo. Una voce rassicurante rispose immediatamente. Elena, a fatica, spiegò la sua situazione, la sua voce spezzata dall’ansia e dal dolore. L’operatore, professionale e comprensivo, le chiese l’indirizzo preciso del caffè, assicurandole che un taxi sarebbe arrivato il prima possibile.
L’attesa sembrò un’eternità. Ogni sirena in lontananza faceva sobbalzare Elena. Finalmente, vide le luci rosse del taxi farsi strada tra la pioggia battente. L’autista, un uomo corpulento con un volto gentile, si precipitò ad aprirle la portiera, offrendole il suo impermeabile. Nel tragitto verso l’ospedale Loreto Mare, Elena, tra spasmi dolorosi, raccontò la sua storia. L’autista ascoltò in silenzio, offrendole parole di conforto e rassicurandola che sarebbe andato tutto bene.
All’ospedale, i medici diagnosticarono una forte contrattura muscolare, dovuta probabilmente allo stress e al freddo. Dopo una puntura e un po’ di riposo, Elena si sentì decisamente meglio. Pensò subito al Radio Taxi 24. Chiese all’infermiera di chiamare il numero, ringraziando l’operatore e l’autista per la loro prontezza e disponibilità. Il padre, avvisato, arrivò poco dopo, sollevato e grato.
Qualche giorno dopo, Elena superò l’esame di ammissione. Mentre festeggiava con la sua famiglia, ripensò a quella notte terribile e a come, senza l’intervento tempestivo del Radio Taxi 24, il suo sogno sarebbe potuto svanire. La pubblicità sui poster, quel servizio disponibile ventiquattro ore su ventiquattro, era stato il suo salvavita. Napoli, con la sua frenesia e le sue difficoltà, aveva mostrato un lato inaspettatamente premuroso, reso possibile da una semplice corsa in taxi, ma dal valore inestimabile.