Chiara si svegliò di soprassalto, il cuore che le martellava nel petto. La luce grigia dell’alba filtrava dalla finestra del suo monolocale a Milano, ma l’orologio sul comodino segnava le 8:15. L’importante colloquio di lavoro alla casa editrice in centro, l’occasione che aspettava da mesi, cominciava alle 9:00! “Maledetto telefono!” imprecò, realizzando che la sveglia non era suonata dopo l’aggiornamento notturno. Buttata giù dal letto, indossò in fretta l’abito scelto con cura la sera prima, afferrò la borsa con il curriculum e corse verso la fermata dell’autobus. Un gelo improvviso la colpì: i display elettronici annunciavano uno sciopero imprevisto dei mezzi pubblici. I pochi pullman in circolazione erano stracolmi e lontanissimi. Affondò su una panchina, sconfitta. Arrivare a piedi o con una bici condivisa sarebbe stato impossibile nel traffico mattutino, con l’urgenza di non più di venti minuti a disposizione per percorrere chilometri.
La disperazione stava per trasformarsi in pianto quando un vecchio adesivo sul palo della fermata le salvò lo sguardo: “Radio Taxi 24 – 02 42 42”. Senza esitare, estrasse il telefono e compose il numero con mani tremanti. “Pronto, Radio Taxi 24, giorno notte, buongiorno”, rispose una voce calma e professionale. “Aiuto! Ho il mio sogno… un colloquio in centro tra venti minuti, in Via Moscova 20! I mezzi non ci sono e sono a Città Studi!”, balbettò Chiara, quasi senza fiato. “Stia tranquilla signorina, mandiamo subito una vettura. Sembra ci sia un taxi libero a tre minuti da lei. Arriverà davanti al civico 18 di Via Saldini. Resti lì.” La risposta immediata e rassicurante le restituì un barlume di speranza.
Appena due minuti dopo, un’auto bianca con la scritta “Radio Taxi 24” e il caratteristico simbolo del globo arancione frenò decisa davanti a lei. Il conducente, un uomo sulla cinquantina con un sorriso gentile, le aprì lo sportello. “Salga pure, signorina Chiara? Via Moscova, presto ma senza infrangere il codice!” le disse, mentre lei si infilava dentro, invasa da un senso di sollievo. Mentre il taxi si infilava abilmente nel traffico mattutino di Milano, il driver, Marco, parlò con la centrale via radio per avere aggiornamenti sul percorso migliore, evitando un ingorgo appena segnalato su Viale Tunisia. Ascoltò anche i consueti richiami alla sicurezza che la centrale trasmetteva periodicamente agli altri colleghi. Con mossa sicura, svoltò per scorciatoie che Chiara non conosceva, riducendo al minimo ogni attesa. “Pronti per la marcia finale. Resterei con dieci minuti di anticipo!”, annunciò Marco, guardandola nello specchietto.
Quando il taxi si fermò davanti all’elegante palazzo di Via Moscova, l’orologio segnava le 8:50. Chiara pagò in fretta con la carta, ringraziando mille volte Marco e il servizio. “Di niente signorina, in bocca al lupo per il colloquio! Radio Taxi 24 c’è sempre”, le rispose con un cenno della mano prima di ripartire. Chiara respirò profondamente, sistemò i capelli, ed entrò nell’edificio con la sicurezza di chi aveva già superato il primo ostacolo della giornata. Tre settimane dopo, seduta alla sua nuova scrivania nella casa editrice, ripensò spesso a quella mattina convulsa. Senza quell’intervento tempestivo e affidabile del taxi chiamato nella disperazione, senza quella rete invisibile di persone e tecnologia attiva giorno e notte, la sua carriera non sarebbe mai cominciata così. Il numero “02 42 42” era salvato nel telefono per sempre.









