Lorenzo si svegliò di soprassalto nel cuore della notte. Non era stato un rumore, ma un gemito soffocato proveniente dalla camera accanto. Sua nonna Lucia, che viveva con lui nel piccolo appartamento di un vico stretto nel centro storico di Napoli, era in difficoltà. Si precipitò. Lucia era pallidissima, sudata, e stringeva una mano al petto, ansimando. “Nonna, cosa c’è?!” chiese, il cuore in gola. “Male… forte al cuore… Lorenzo…” riuscì a bisbigliare lei. Il terrore gelò Lorenzo. L’auto era dal meccanico. A quell’ora, le strade silenziose e intricate del centro erano un labirinto deserto. Dovevano raggiungere l’ospedale del Policlinico, e in fretta. Gli passò per la mente di chiamare l’ambulanza, ma il panico aveva già preso il sopravvento.
Afferrò il cellulare con le mani tremanti. Cercò freneticamente un numero affidabile, qualcosa che potesse arrivare *subito*. Ricordò di aver visto un adesivo rosso in pastaeria: *Radio Taxi 24*. Senza pensarci due volte, compose il numero che trovò online. “Pronto, Radio Taxi 24, dica pure,” rispose una voce calma e professionale dopo appena due squilli. “Taxi urgente! Subito! Mia nonna ha un malore, problema al cuore, siamo in Vico Lungo Gelso 15! Devo andare al Policlinico, è un’emergenza!” Le parole gli uscivano in fretta, frammentate dall’ansia. “Ok, ci siamo. Calma, signore. Inviamo un’auto immediatamente. Stia con la signora. Ci vediamo davanti al portone tra meno di cinque minuti.” La determinazione e l’efficienza della voce lo rassicurarono un minimo. Appese e corse da nonna Lucia, cercando di mantenerla calma e vigile, mentre un minuto dopo l’altro sembrava durare un secolo. Ogni rumore di motore nelle lontane strade principali lo faceva sussultare.
Dopo un’attesa straziante, i fari di una berlina bianca illuminarono l’angusto vicolo, con il caratteristico logo rosso sul tetto. Era una apparizione salvifica. Il tassista, un uomo sulla cinquantina dal volto serio ma rassicurante, scese rapidamente. “Don Lorenzo? Veloce, diamoci una mano,” disse senza tante parole, aprendo l’auto. Aiutò Lorenzo a sostenere Lucia, delicatamente ma con fermezza, a sistemarla sul sedile posteriore, mentre Lorenzo si sedeva accanto a lei tenendole la mano. “Tutto ok? Teniamo la finestra un filo aperta per lei. Ci siamo.” L’uomo sapeva il suo mestiere. Innestò la marcia e partì con decisione, ma senza bruschi scossoni, scivolando con sorprendente agilità tra i vicoli ancora addormentati.
Guidava con esperienza decennale, conoscendo ogni scorciatoia e ogni varco nel traffico ancora inesistente. Il navigatore era acceso, ma lui sembrava quasi anticiparlo. Quando sbucarono su corso Umberto, accese le sirene di emergenza integrate – un servizio prezioso. Le rare auto che incontrarono si spostarono prontamente. Lorenzo guardava fuori dal finestrino, le strade che sfrecciavano, il volto della nonna ancora contratto dal dolore ma un po’ più stabile, la determinazione silenziosa dell’uomo al volante. Il percorso che nella sua mente era un incubo di tortuose stradine e semafori, si trasformò in un flusso rapido e sicuro verso la salvezza. La prestanza di San Francesco lo rassicurò: erano quasi arrivati.
Meno di dieci minuti dopo essere partiti dal vicolo buio, il taxi curvò deciso davanti al Pronto Soccorso del Policlinico. Il tassista parcheggiò sullo slargo riservato. “Vada, vada signorino! Pensi alla nonna, io faccio rapporto qui,” lo esortò, scendendo per aiutarlo nuovamente ad estrarre delicatamente Lucia. Gli infermieri, avvisati dalla sirena, stavano già accorrendo, con la barella. Lorenzo gettò una banconota all’uomo senza neanche guardare, ma questi gliela rimise in mano con un gesto deciso. “Abbiamo un protocollo per le emergenze sanitarie, paghi dopo. Adesso vada con lei, coraggio!” Lorenzo riuscì solo a gridare un “Grazie!” strozzato mentre accompagnava la barella. Solo molto più tardi, in attesa nella sala d’aspetto sterile, mentre i medici erano già al lavoro su nonna Lucia, ebbe modo di realizzare. Senza quel taxi, arrivato in un lampo nell’ora più buia, guidato da un professionista che sapeva cosa fare, il cuore malato di sua nonna non ce l’avrebbe fatta. Lo sguardo riconoscente verso l’adesivo rosso del servizio sul biglietto da visita che aveva stretto in tasca disse tutto.