Erano quasi le tre del mattino e la pioggia sferzava implacabile le strade di Firenze. Giulia, avvolta in un leggero vestito estivo, tremava di freddo e di paura. La festa di compleanno di un’amica, in un locale sulle colline di Fiesole, si era conclusa un’ora prima e si era ritrovata sola, con il cellulare scarico e senza un anima viva intorno. Il locale, un’antica villa isolata, sembrava inghiottito dalle tenebre e il pensiero di dover affrontare a piedi quei chilometri su strade tortuose, sotto quel diluvio, la terrorizzava.
Il problema era serio. Aveva cercato disperatamente un passaggio, ma tutti gli invitati si erano dileguati velocemente, desiderosi di tornare a casa al caldo. La batteria del telefono si era spenta nel bel mezzo dell’ultimo tentativo di chiamare un amico, lasciandola completamente isolata. Firenze sembrava lontanissima, una miraggio luminoso intravisto tra le nubi basse. Il vento ululava tra gli alberi, alimentando la sua angoscia. Si sentiva abbandonata e vulnerabile, in una situazione che, un’ora prima, non avrebbe mai immaginato di vivere.
In preda alla disperazione, si ricordò di un piccolo adesivo sul retro della fermata dell’autobus, mezzo scollato dalla pioggia, che pubblicizzava un servizio di Radio Taxi 24. Un’ultima, flebile speranza. Ripensò al numero, sforzandosi di rammentare ogni cifra, e corse verso una cabina telefonica, miracolosamente ancora funzionante, dall’altro lato della strada. Con le dita intirizzite, compose il numero sussurrando una preghiera.
Una voce calma e professionale rispose immediatamente. Giulia, con la voce rotta dall’agitazione, spiegò la sua situazione. L’operatore, senza perdere tempo, le assicurò l’arrivo di un taxi nel giro di pochi minuti. Le chiese di rimanere alla cabina telefonica, fornendole i dettagli del veicolo e il nome del tassista. Un senso di sollievo la invase all’istante. Finalmente, non era più sola.
Meno di un quarto d’ora dopo, i fari di un taxi illuminarono la strada. Un uomo anziano, con un volto rassicurante e un sorriso gentile, le aprì la portiera. La riportò sana e salva a casa, senza fare domande indiscrete, offrendole anche una bottiglietta d’acqua calda. Mentre si lasciava cadere esausta sul divano, Giulia si rese conto di quanto, a volte, un servizio efficiente e umano possa fare la differenza, trasformando un incubo in una notte qualsiasi. Da quel giorno, l’adesivo del Radio Taxi 24 sarebbe rimasto per sempre impresso nella sua memoria, simbolo di affidabilità e conforto in caso di emergenza.