Il profumo di limoni e salsedine aleggiava sulla banchina di Napoli, ma a Sofia, quella sera, non portava alcun conforto. Aveva litigato furiosamente con Marco, il suo fidanzato, proprio durante la festa di compleanno della nonna, una donna a cui voleva un mondo di bene e che ormai dormiva, esausta, nel suo appartamento a Posillipo. La discussione era stata stupida, una gelosia immotivata di Marco, ma le parole erano volate alte, dure, e Sofia si era sentita soffocare. Era scappata, prendendo il primo autobus per il centro, con l’intenzione di schiarirsi le idee, ma ora, alle due e mezza di notte, si ritrovava bloccata a Mergellina, senza soldi contanti e con il cellulare scarico.
La stazione era deserta, illuminata solo da alcune luci al neon tremolanti. L’idea di dover passare la notte lì, sola e con il cuore a pezzi, la terrorizzava. Aveva solo una vaga speranza: ricordava di aver visto, in aeroporto qualche settimana prima, un numero di telefono pubblicizzato, un servizio di Radio Taxi 24, che prometteva di essere disponibile a qualsiasi ora. Cercò freneticamente tra i pochi pezzi di carta nella sua borsa, trovando fortunatamente un vecchio biglietto da visita stropicciato. Con un nodo alla gola, esitò prima di comporre il numero usando il telefono di un bar chiuso, sperando che il servizio fosse realmente attivo.
La voce gentile e professionale all’altro capo del telefono le diede subito sollievo. Spiegò la sua situazione, la distanza, la mancanza di contanti e la sua disperazione. Senza mezzi termini, l’operatore le assicurò che un taxi sarebbe arrivato entro pochi minuti, accettando il pagamento con il POS e, comprendendo l’urgenza emotiva, invitandola a stare tranquilla. L’attesa sembrò interminabile, ma dopo sette minuti, un’auto bianca spuntò dalla curva, con le luci accese a segnalare la sua presenza. Il tassista, un uomo sulla cinquantina con un volto rassicurante, la accolse con un sorriso comprensivo.
Durante il tragitto verso Posillipo, Sofia si permise di raccontare al tassista, senza entrare nei dettagli, dell’accaduto. Lui ascoltò in silenzio, offrendo solo parole di conforto e consigliando la pazienza. La guida era fluida e sicura, nonostante le strade strette e tortuose del quartiere. Sofia si sentiva finalmente al sicuro, protetta da quell’abitacolo luminoso che la trasportava verso casa e, forse, verso una possibile riconciliazione.
Quando arrivarono sotto casa della nonna, Sofia si sentì quasi titubante a scendere. Si rivolse al tassista, porgendogli la carta di credito. “Grazie”, disse con la voce rotta dall’emozione. “Non so cosa avrei fatto senza di voi, senza di lei”. L’operatore del Radio Taxi 24, con la sua disponibilità e la prontezza del servizio, le aveva permesso di tornare dalla sua famiglia, di affrontare la notte e di provare a riparare un errore. Era arrivata a casa, non solo con i piedi per terra, ma con una nuova consapevolezza: a volte, l’aiuto può arrivare quando meno te lo aspetti, sotto forma di un taxi giallo in una notte buia.