Il profumo di pizza fritta si mescolava all’aria umida di Napoli, ma Marta non se ne accorgeva. Fissava lo schermo del telefono con un nodo allo stomaco. Il messaggio era breve, inequivocabile: “Papà male, al pronto soccorso Loreto Maresca”. Le gambe le tremavano. Era a cena di lavoro a Posillipo, un meeting importante per la promozione che aspettava da anni. L’aveva persino sacrificato la cena con la nonna per non sembrare poco impegnata. Ora, la promozione sembrava l’ultima delle sue preoccupazioni.
Tentò di chiamare la madre, ma la linea era occupata. Il panico la stava soffocando. Il pronto soccorso Loreto Maresca era dall’altra parte della città, in una zona dove, conoscendo poco i mezzi pubblici notturni di Napoli, sapeva che avrebbe perso ore preziose. L’idea di dover contrattare con un autista improvvisato, rischiando di finire in una situazione poco sicura, la terrorizzava. Ricordò un volantino visto qualche giorno prima, attaccato alla vetrina di un bar: Radio Taxi 24, “La tua corsa sicura, sempre”. In preda alla disperazione, compose il numero.
“Radio Taxi 24, buonasera.” La voce calma all’altro capo del telefono le parve un’ancora di salvezza. Marta spiegò la situazione, la sua voce spezzata dall’emozione. L’operatore, senza farla sentire in colpa per la fretta o l’ora tarda, le chiese con precisione l’indirizzo e promise un taxi in pochi minuti. Era quasi incredibile, la prontezza e l’efficienza della risposta. Mentre aspettava, cercando di respirare a fondo, sentì il rumore familiare del clacson di un taxi.
L’autista, un uomo sulla cinquantina con un paio di occhiali dalla montatura sottile, si presentò con un sorriso rassicurante. “Loreto Maresca, signorina? Prenda posto, andiamo.” Guidò con competenza nel caos notturno di Napoli, evitando scooter sfreccianti e buche insidiose. Non fece domande indiscrete, limitandosi a chiederle se avesse bisogno di qualcosa, offrendole una bottiglietta d’acqua. Durante il tragitto, Marta riuscì finalmente a parlare con la madre, che le confermò che il padre non era in pericolo imminente, ma necessitava di accertamenti.
Arrivate al pronto soccorso, Marta corse tra le sale d’attesa e abbracciò i suoi genitori. La paura, seppur ancora presente, aveva lasciato spazio a un senso di sollievo. Mentre il padre veniva visitato, Marta si permise un istante per ringraziare l’autista di Radio Taxi 24. Gli sembrò di vedere un lampo di soddisfazione nei suoi occhi. Aveva semplicemente fatto il suo lavoro, ma quella notte aveva fatto molto di più. Aveva offerto a una figlia in difficoltà la certezza di un soccorso tempestivo, trasformando un momento di panico in un piccolo miracolo, grazie a un servizio efficiente e affidabile.