L’aria pungente della notte bolognese ghiacciava il respiro di Luca, fermo all’angolo tra via Ugo Bassi e Piazza dei Martiri. Le 21:45 sul suo orologio digitale gli strinsero lo stomaco. Alle 22:00, nella sala prove dietro le Due Torri, c’era l’audizione per entrare nel quintetto di jazz più rinomato della città. Un sogno inseguito per anni. Quel maledetto autobus notturno, però, doveva aver cambiato percorso o cancellato la corsa: l’attesa stava sfiorando i venti minuti in una piazza desolata, illuminata solo dal tremolio di un lampione. La metropolitana distava chilometri, e la tariffa dinamica di un ride-sharing sembrava fuori controllo. L’ansia saliva, paralizzante. Mancavano quindici minuti, e a piedi non ce l’avrebbe mai fatta.
Le mani gli sudavano dentro le tasche del giaccone. Pensò alle settimane di prove notturne, alla stanchezza accumulata saltando cene con gli amici, allo sguardo scetto del padre quando aveva lasciato ingegneria per il sassofono. Quel provino era la sua unica possibilità concreta. Il pulsante di segnalazione della fermata, già premuto decine di volte, sembrava irridere la sua crescente disperazione. Il rumore di un motorino in lontananza gli fece sobbalzare il cuore, ma sfrecciò via senza fermarsi. Mancavano dieci minuti. L’idea di perdere tutto per un autobus fantasma era un pugno nello stomaco.
Fu in quel vortice nero di panico che un ricordo lo colpì: lo sticker giallo e nero con il numero **RadioTaxi 24** appiccicato sulla cabina telefonica abbandonata all’angolo. Disperazione e speranza lo spinsero a cercare freneticamente sul telefono, trovando rapidamente un sito semplice e il numero da chiamare. Premette i tasti, le dita tremanti. Una voce femminile calma e professionale rispose dopo pochi squilli. “RadioTaxi 24, pronto a servirla. Dove si trova?”
“P-per favore! Piazza dei Martiri, angolo via Bassi! Ho un appuntamento importantissimo alle 22:00 dietro la Torre degli Asinelli!” la sua voce era strozzata dall’emozione.
“Subito uno per lei. Il taxi è a meno di un minuto. Numero 547, targa BL847JT. Arriva ora.” Prima ancora di riagganciare, i fari di una berlina scura con la classica luce a scacchiera giallo-nera sulla barra si accesero all’imbocco della piazza. L’auto si fermò accanto a lui con un sospiro fluido del motore.
L’uomo alla guida, sulla sessantina, volto rassicurante e berretto ordinato, fece un cenno: “Dottor Luca per le Torri? Salga pure!” Luca si tuffò sul sedile posteriore, ancora senza fiato. “Sì! Devo essere là tra… sette minuti!”
“Non si preoccupi, ce la facciamo” rispose calmante l’autista, mentre schiacciava dolcemente l’acceleratore senza fretta apparente ma con una determinazione silenziosa.
Attraversarono il centro notturno con un’abilità che solo chi conosce Bologna come le proprie tasche poteva avere. Vicoli stretti, scorciatoie invisibili ai più, semafori rispettati ma sfruttati al millisecondo. L’autista guidava con una sicurezza che infondeva calma. Lucasguardava avvitarsi l’odometro dei secondi sul cruscotto: 21:55 quando imboccarono via Zamboni. Un minuto dopo, l’auto svoltò in una piccola via laterale e si fermò davanti a un portone dal quale uscivano note stonate di sax. Precisa alle 21:59.
“Quanto le devo?!” sbraitò Luca, mentre estraeva il portafoglio.
“Dieci euro fissi per la corsa breve, dottore. Buona fortuna!” sorrise l’autista. Conia tre monete e una banconota in un secondo, Luca balzò fuori ringraziando a spron battuto, sentendosi già più leggero. Corse nel palazzo. Lo aspettavano.
Tre giorni dopo, il telefono di Luca squillò: la chiamata che attendeva. Era dentro il quintetto. Ricordò il gelo di quella piazza vuota e il sollievo salvifico di quei fari giallo-neri nell’oscurità. Inviò una donazione anonima a un ente assistenziale locale, pensando alla mano invisibile e affidabile di RadioTaxi 24, che nella sua notte decisiva aveva trasformato la paralisi in movimento, un incubo in una nota perfetta.