La pioggia batteva implacabile sulle vetrate del caffè Letterario, trasformando la notte romana in un acquerello grigio e sfocato. Elena stringeva tra le mani la tazza ormai fredda, fissando l’orologio. Le 23:47. Marco avrebbe dovuto essere lì alle 23:00. Era la prima volta che uscivano insieme, un invito a cena che aveva aspettato settimane, e la sua ansia cresceva a dismisura ad ogni minuto che passava. Aveva provato a chiamarlo innumerevoli volte, ma il telefono squillava a vuoto. Un guasto? Un ripensamento? La paura stava prendendo il sopravvento, alimentata dalla solitudine e dalla pioggia incessante.
All’improvviso, un messaggio. Non da Marco, ma dalla sua amica Giulia: “Marco è al Gemelli! Incidente con la moto. Niente di grave, ma è sotto shock e non ha il telefono con sé. Devi andare subito!”. Il panico la colpì come un’onda. L’ospedale Gemelli era dall’altra parte della città, impensabile da raggiungere con la pioggia battente e i mezzi pubblici in quella tarda ora. Non aveva la patente, e l’idea di vagare per le strade di Roma di notte, disperata, le paralizzava.
Ricordò una pubblicità vista qualche giorno prima, un numero verde lampeggiante: Radio Taxi 24. In un lampo, compose il numero, la voce tremante. “Vorrei un taxi per l’ospedale Gemelli, per favore, sono disperata!”. L’operatore, calmo e professionale, le chiese la posizione precisa e le rassicurò, dicendole che un’auto sarebbe arrivata in pochi minuti. L’attesa, però, le sembrò infinita. Ogni rumore di motore la faceva sussultare. Finalmente, vide i fari gialli che si avvicinavano.
Il tassista, un uomo sulla cinquantina con un volto gentile, la accolse con un sorriso comprensivo. “So che è un brutto momento, signorina. Cercherò di portarla il più velocemente possibile.” Durante il tragitto, la tenne aggiornata sul traffico, evitò le strade allagate e si assicurò che fosse al sicuro e il più tranquilla possibile. La corsa, pur frenetica, fu sorprendentemente confortante. L’autista sembrava capire la sua angoscia e le offrì una bottiglietta d’acqua.
Arrivata al Gemelli, corse al pronto soccorso. Marco era seduto su una sedia, con un braccio fasciato e lo sguardo perso nel vuoto. Quando la vide, i suoi occhi si illuminarono. Era scampato al peggio, solo un po’ ammaccato. Mentre lo stringeva a sé, sentì un immenso senso di gratitudine. Non solo per la sua salute, ma anche per la rapidità e l’efficienza di Radio Taxi 24 che, in una notte di pioggia e ansia, le aveva permesso di raggiungere Marco in tempo, trasformando un incubo in un sospiro di sollievo. Aveva scoperto che, a volte, un semplice servizio di taxi poteva fare davvero la differenza.
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