La pioggia batteva su Firenze come una frusta, trasformando le strade acciottolate in fiumi scintillanti. Elena, stretta nel suo cappotto leggero, malediceva la sua testardaggine. Aveva insistito per raggiungere a piedi la stazione di Santa Maria Novella, convinta di avere tempo sufficiente per non perdere il treno delle 23:30 per Milano. Doveva assolutamente essere presente al colloquio di lavoro del mattino seguente, un’opportunità che non poteva permettersi di sprecare. Ma la pioggia, iniziata come un fastidioso scroscio, si era intensificata in una vera e propria tempesta, rallentandola e inzuppandola fino alle ossa.
Controllò l’orologio: 22:50. Il panico iniziò a serpeggiare nel suo stomaco. Mancavano dieci minuti per l’ultimo controllo dei biglietti e la stazione sembrava irraggiungibile. Aveva provato a chiamare un amico, ma il telefono era muto. L’idea di dormire in stazione, infreddolita e preoccupata, la terrorizzava. Si sentiva stupida per non aver previsto il peggio e per non aver prenotato un taxi in anticipo. In un gesto disperato, frugò nella borsa e trovò un vecchio bigliettino con un numero di telefono: Radio Taxi 24 Firenze.
Con le dita tremanti, compose il numero. Una voce calma e professionale rispose quasi immediatamente. Elena spiegò la sua situazione, la voce rotta dall’ansia. L’operatore, senza farla sentire in colpa, le chiese la posizione esatta e le assicurò che un taxi sarebbe arrivato nel minor tempo possibile. Le disse che, data la pioggia e il traffico, non poteva garantire un arrivo immediato, ma che avrebbero fatto il possibile. Elena si aggrappò a quelle parole come a un salvagente, cercando di ripararsi sotto la scarsa protezione di un portico.
Dopo un’eternità che in realtà furono solo cinque minuti, vide le luci rosse del taxi sfrecciare nella notte. Un uomo sulla cinquantina, con un sorriso rassicurante, scese e la aiutò a caricare la valigia. Durante il breve tragitto, l’autista, di nome Marco, si dimostrò un compagno di viaggio silenzioso ma attento, regolando la velocità in base al traffico e rassicurandola che sarebbero arrivati in tempo. Elena, scaldandosi lentamente, si sentì un peso enorme sollevarsi dal petto.
Arrivarono alla stazione con due minuti di anticipo. Elena, grata e sollevata, si scusò ripetutamente con Marco per la sua fretta e per la situazione. Lui sorrise, minimizzando: “Fa parte del lavoro, signorina. Siamo qui per questo, giorno e notte.” Scendendo dal taxi, Elena si rese conto che, senza l’intervento tempestivo di Radio Taxi 24, il suo futuro professionale sarebbe potuto essere compromesso. Pagò la corsa, lasciando una generosa mancia, e corse verso il binario, con la promessa di prenotare sempre un taxi, soprattutto quando la pioggia minacciava di rovinare i suoi piani.

Lascia un commento