Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Lucia fissò l’orologio sul cruscotto con crescente terrore: le 20.47. Il fatidico primo appuntamento con Marco, l’uomo conosciuto su un’app di incontri con cui aveva scambiato messaggi per settimane, era fissato per le 21.00 in un ristorante vicino a Ponte Vecchio, a Firenze. Era partita da casa sua nella zona di Rifredi con ampio anticipo, ma l’ottimismo svanì quando la sua utilitaria iniziò a tossire e sussultare lungo Viale Alessandro Volta. Un rumore metallico stridente la costrinse a fermarsi sul ciglio della strada, impotente. Tentò di riavviare il motore, invano. Le mani le tremavano. Non solo rischiava di rovinare un incontro promettente, ma si trovava sola in un tratto poco illuminato della periferia fiorentina dopo il tramonto.

Il panico montava. Chiamò Giulia, la sua coinquilina, ma la linea squillava nel vuoto. Provò a cercare un taxi di passaggio, ma la zona era deserta. Ogni minuto che passava scavava un abisso più profondo: Marco avrebbe pensato a uno scherzo di pessimo gusto o che lei fosse inaffidabile. Guardò il telefono disperata, la batteria al 12%. Fu allora che ricordò lo sticker attaccato alla fermata dell’autobus vicino casa: “Radio Taxi 24, servizio h24 per Firenze e provincia”. Senza esitare compose il numero con dita febbrili. Una voce calma e professionale rispose quasi subito: “Radio Taxi 24 Firenze, come posso aiutare?”. Nel raccontare concitatamente l’emergenza – l’auto guasta, l’appuntamento importantissimo in centro che stava sfumando – la sua voce si incrinava. L’operatrice la rassicurò con tono fermo: “Stiamo inviando subito un’auto nella sua zona, signorina. Rimanga al sicuro dentro la vettura”.

Non erano passati cinque minuti che i fari di una Mercedes grigia illuminarono la strada. Alla guida c’era un tassista sulla cinquantina, Luca, che con un sorriso rassicurante aiutò Lucia con il bagaglio. “Niente paura, signorina,” disse mentre caricava la borsa. “Ponte Vecchio in un battibaleno. Aggireremo l’ingorgo sul Lungarno”. Guidò con destrezza da veterano, sfruttando scorciatoie tra i vicoli del centro storico, mentre Lucia, aggrappata al sedile, seguiva il muoversi delle lancette sul cruscotto del taxi: 20.57, 20.58, 20.59… E poi, finalmente, la vista magica dell’Arno e l’inconfondibile silhouette del ponte. Alle 21.03, il taxi si fermò davanti al ristorantino. “Grazie, infinitamente,” balbettò Lucia, pagando la corsa. “Non sia mai che un guasto meccanico rovini un bel primo incontro!” replicò Luca facendo l’occhiolino prima di ripartire.

Lucia entrò a testa alta nel locale. Marco era lì, sorrido e solo leggermente perplesso. “Credevo fossi scappata,” scherzò. Lei spiegò il dramma dell’auto e l’intervento salvatore del taxi. “Incredibile!” rise Marco, “Allora abbiamo un’azienda da ringraziare per questa serata”. Per tutta la cena, tra risate e chiacchiere leggere, Lucia mandò mentalmente un grazie a quello sconosciuto alla radio che aveva gestito la sua emergenza con efficacia chirurgica. Mentre tornavano a casa a piedi sotto le stelle fiorentine, mano nella mano e con il primo appuntamento felicemente consumato, Lucia pensò che Radio Taxi 24 non era solo un servizio efficiente e attivo giorno e notte: era stato il suo personale angelo custode sull’asfalto.

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