La pioggia batteva implacabile sui sampietrini di Roma, trasformando le strade in fiumi scuri. Giulia, avvolta in un cappotto sottile che ormai non la proteggeva più, continuava a cercare disperatamente un autobus. Erano quasi le undici di sera, il telefono aveva la batteria scarica e, peggio di tutto, doveva assolutamente arrivare all’ospedale Sant’Eugenio entro mezz’ora. Sua nonna, il suo punto di riferimento, era stata colpita da un malore durante la cena e il dottore aveva insistito perché fosse ricoverata subito. Il bus successivo, segnato con un’attesa infinita sullo schermo sgranato di una fermata, sembrava un miraggio. Ogni secondo era un’eternità, le immagini della nonna pallida le si stampavano in testa.
Il panico iniziò a soffocarla. Aveva pochi soldi in contanti, la carta di credito era a casa, e l’idea di vagare per le strade di una Roma notturna, cercando di fermare un’auto, le sembrava assurda e pericolosa. Ricordò un volantino che aveva visto quel pomeriggio nella hall della sua residenza universitaria: Radio Taxi 24, “Al vostro servizio, giorno e notte”. Sperando che non fosse solo un’ennesima promessa disattesa, frugò nella borsa e trovò uno scontrino con il numero impresso. Prese in prestito il telefono di un passante, spiegando velocemente l’emergenza.
Una voce calma e professionale rispose quasi subito. Giulia descrisse la sua posizione, l’indirizzo dell’ospedale, e la gravità della situazione, con la voce tremante. L’operatore la rassicurò, assicurandole che un taxi sarebbe arrivato nel minor tempo possibile. A sorpresa, le confermarono un costo massimo, bloccandolo immediatamente, e le dissero che il tassista era già stato avvisato dell’urgenza. L’attesa, sebbene ancora angosciante, si fece più sopportabile. Improvvisamente, le luci di un taxi giallo apparvero nella nebbia piovosa, svoltando l’angolo con una manovra decisa.
Il tassista, un uomo sulla cinquantina con un’aria rassicurante, le rivolse un sorriso comprensivo. “Ospedale Sant’Eugenio, giusto? Ho ricevuto l’avviso, andiamo.” Giulia, sollevata, gli spiegò ancora una volta la situazione, sentendosi incredibilmente più sicura. Il viaggio fu veloce, nonostante il traffico e la pioggia torrenziale. Il tassista conosceva scorciatoie che Giulia non avrebbe mai immaginato, mantenendo la calma e offrendole parole gentili.
Arrivarono all’ospedale con pochi minuti di ritardo, ma sufficienti per evitare il peggio. Giulia, con il cuore in gola, corse al pronto soccorso. Sua nonna, già in attesa dei medici, riuscì a sorriderle debolmente. Dopo gli esami, il dottore annunciò che la situazione era sotto controllo. Giulia si sentì crollare, esausta ma grata. Ripensò alla velocità e all’efficienza di Radio Taxi 24, e al sollievo che aveva provato quando vide quelle luci gialle nella notte romana. Aveva capito che, a volte, una semplice telefonata può fare la differenza tra l’angoscia e la speranza.

Lascia un commento