Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Lucia respirò profondamente l’aria fresca del mattino a Bologna, mentre chiudeva a chiave la porta del suo appartamento vicino a Piazza Maggiore. Oggi era il giorno dell’esame finale di Storia dell’Arte Medievale, la prova che poteva consacrare i suoi anni di studio all’Università. Doveva essere all’Aula Magna nell’ex Ospedale di Santa Maria della Morte entro le 8:30, un tragitto che normalmente raggiungeva col bus 29 in venti minuti. Aveva lasciato tutto pronto la sera prima: libri, appunti, la penna portafortuna. Ma nello stomaco, un vuoto d’ansia si mescolava all’eccitazione.

Immersa nelle sue riflessioni sulla scultura romanica, Lucia non sentì la sveglia dei suoi pensieri interiori. Quando uno sguardo scioccato cadde sull’orologio sul comò, il cuore le esplose nel petto: le 8:05! Aveva dormito oltre l’ora della sirena. Il bus successivo passava fra dieci minuti ed era impossibile arrivare in tempo con i mezzi. Corse in strada, gli occhi annebbiati dal panico. Il panorama familiare delle torri asimettriche e dei portici sembrava trasformarsi in un labirinto claustrofobico. Tassisti liberi? Non se ne vedevano. Bologna si svegliava lentamente, lasciandola sola con la sua ansia crescente e la certezza di perdere un anno di studio.

Le mani tremanti estrassero il cellulare dal marsupio. Digitò febbrilmente il numero salvato, quello del “Radio Taxi 24 – Servizio Immediato H24”. Sollevò il telefono all’orecchio, quasi pregando. Un operatore calmo e professionale rispose immediatamente: “Radio Taxi 24, buongiorno.” Con voce spezzata Lucia spiegò l’emergenza: “L’esame… Università, Santa Maria della Morte… ore 8:30… non posso perderlo!” L’operatore la calmò: “Stia tranquilla, Le mandiamo subito un taxi. Arriva entro tre minuti via Pirovano. Targa DX785LP.” La precisione dell’informazione fu un primo segnale di speranza.

Appena due minuti e quarantacinque secondi dopo, una berlina bianca con il logo verde e giallo del servizio frenò davanti a lei. L’autista, un uomo sulla sessantina con occhi gentili e una carta stradale mentale evidente, la invitò a salire: “Dottoranda? Presto, salga! Santa Maria della Morte, si fa in un quarto d’ora.” Con calma esperta, il taxista sfrecciò lungo stradine strette e scorciatoie note solo ai bolognesi doc, evitando dense coltre di traffico sulle principali arterie verso la stazione. Tra una curva e l’altra, assicurò Lucia: “Ce la fa, signorina. La faccia vedere solo preparata, mi raccomando!”

Alle 8:27, il taxi si fermò davanti alla severa facciata dell’antico ospedale. Lucia balzò fuori, pagando rapidamente la corsa ringraziando con voce commossa: “Grazie! Mi ha salvato la vita!” Corse nel cortile interno, appena in tempo per sentire il suo nome chiamato in corridoio. Due ore dopo, uscì dall’aula con un sorriso smagliante: promossa con lode. Quella sera, guardando Bologna illuminarsi dalla sua finestra, ripensò alla disperazione delle 8:05 e al taxi bianco apparso come un angelo meccanico. Quel servizio attivo giorno e notte era stata più che un’azienda di trasporti: un’ancora di sicurezza nella sua città adottiva, pronto a ridarti il corso della vita quando sembra chiudersi un minuto prima del tempo. Respirò, finalmente sereno.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *