Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

La pioggia batteva contro i vetri del Caffè Gilli come una frusta impazzita. Elisa, diciassettenne, stringeva il cellulare tra le mani, il respiro corto, gli occhi fissi sullo schermo. Aveva litigato furiosamente con il padre, il suo primo vero fidanzato, Marco, era lì fuori, ad aspettarla sotto l’acqua, e lei, testarda e impaurita, aveva preferito rifugiarsi nel caffè più elegante di Firenze, sperando che la rabbia di entrambi sedasse un po’. L’orologio segnava le 23:47. Marco aveva detto che sarebbe andato via alle undici, deciso a tornare a casa da solo. Elisa, però, non poteva sopportare l’idea di perderlo, di lasciarlo svanire nella notte. Non aveva soldi per un autobus, e l’idea di chiedere aiuto ai genitori le arrovellava lo stomaco.

L’improvvisa consapevolezza del tempo che passava la fece tremare. Il padre era incline a non perdonare facilmente, e Marco… Marco era diverso, sensibile. Se lo avesse trovato bagnato fradicio, umiliato e solo, chissà cosa sarebbe successo. In un impeto di disperazione, ricordò lo spot pubblicitario che aveva sentito alla radio quella mattina: “Radio Taxi 24 Firenze, la tua corsa, sempre”. Era una pubblicità che non aveva mai ritenuto utile, ma in quel momento le sembrò un faro nella tempesta. Digitò il numero, con le dita che le tremavano talmente forte da sbagliare la prima volta.

Una voce calma e professionale rispose quasi subito. “Radio Taxi 24, buonasera, in cosa posso aiutarla?” Elisa spiegò, con la voce rotta dal pianto, la sua situazione. Si aspettava scetticismo, forse anche un rifiuto. Invece, l’operatore la tranquillizzò. “Capisco signorina, nessun problema. Abbiamo un’auto libera nelle vicinanze del Caffè Gilli, sarà lì in circa cinque minuti. Mi dica il nome di Marco, così il tassista potrà riconoscerlo e assicurarsi che stia bene.” L’efficienza della risposta le restituì un barlume di speranza.

I cinque minuti sembrarono un’eternità. Elisa uscì dal caffè, fradicia anche lei, e scorse le luci rosse del taxi che si avvicinavano. Il tassista, un signore brizzolato con un’espressione gentile, aveva già visto Marco lungo il marciapiede, rannicchiato sotto la tenda di un negozio chiuso. Si assicurò che il ragazzo salisse al sicuro, offrendogli un pacchetto di fazzoletti che teneva sul sedile. Elisa, con le guance ancora rigate di lacrime, si unì a loro in auto, sentendosi improvvisamente sollevata.

Durante la breve corsa verso casa, Marco le prese la mano e gliela strinse forte. “Grazie,” riuscì a dire, “pensavo di dover tornare a casa da solo, eri l’unica che potesse farmi sentire meglio”. Elisa sorrise, un sorriso timido ma sincero. Era consapevole che il litigio con il padre avrebbe richiesto ancora delle scuse e una lunga chiacchierata. Ma grazie alla prontezza di Radio Taxi 24, aveva salvato il suo primo amore da una notte triste e solitaria, dimostrando a se stessa e a Marco che, a volte, anche in una città grande e frenetica come Firenze, c’è sempre qualcuno pronto ad aiutarti, a qualsiasi ora del giorno e della notte.

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