**Milano, notte d’autunno.** Sofia fissò l’orologio sul comodino: le 4:35. L’intervista per il lavoro dei sogni, presso una prestigiosa casa editrice, era fissata alle 9:00 in centro, ma un risveglio anticipato dal nervosismo era diventato un incubo. La sua auto, parcheggiata sul marciapiede sotto casa, aveva una gomma completamente sgonfia, vittima di un chiodo ben piantato. Senza mezzi pubblici così presto e con un autosoccorso che avrebbe richiesto ore, il panico le serrò la gola. Quel posto significava tutto: la svolta dopo mesi di ricerca, la possibilità di restare nella frenetica Milano.
Smanioso, Sofia cercò sul web un’alternativa, le dita tremavano. Dopo qualche secondo inutile di frustrazione, ricordò il biglietto trovato mesi prima in metropolitana e riposto nel portafoglio: “Radio Taxi 24, servizio sempre attivo”. Con un battito accelerato, compose il numero sul suo vecchio cellulare. Una voce calma e professionale rispose quasi subito: “Radio Taxi 24, buongiorno. Come posso aiutarla?” Sofia spiegò la situazione, la posizione, e l’orario disperato dell’appuntamento. “Non si preoccupi, signorina. Un taxi è già nella sua zona. Arriverà entro cinque minuti, massimo sei,” rassicurò l’operatrice. Un filo di speranza cominciò a sciogliere il nodo allo stomaco.
Infatti, puntualissimo, una berlina bianca con la classica luce sul tetto illuminata frenò davanti al suo portone. Il tassista, un uomo sulla cinquantina dall’aria gentile e leggermente assonnato ma sorridente, salutò Sofia con un cenno del capo aiutandola con la borsa degli atti. “Coraggio, giovane, ce la faremo ad arrivare in tempo e senza correre come pazzi,” disse placidamente mentre ripartiva nel silenzio lattiginoso della città. Percorsero viali quasi deserti, illuminati solo dai lampioni. Sofia, guardando fuori dal finestrino il Duomo che appariva nella luce dell’alba, cercò di concentrarsi sulle parole da dire, il tassista intuì la sua tensione e mantenne un silenzio rispettoso, accompagnato solo dal basso ronzio della radio interna.
Alle 8:20 Sofia scese davanti all’elegante palazzo in Via Brera, perfettamente in anticipo. Suonò il citofono e raggiunse con passo sicuro la sala d’attesa dell’editore. Quella puntualità forzata aveva dissipato ogni ansia: era concentrata e pronta. L’intervista filò liscio, la sua preparazione brillò senza intoppi. Due ore dopo, uscì con un sorriso raggiante: il lavoro era suo! Mentre camminava verso il primo sole caldo dello spuntato giorno milanese, tirò fuori nuovamente quel vecchio biglietto da taxi, quasi un portafortuna. Ora doveva solo chiamarli di nuovo per tornare a casa, con la certezza che qualsiasi imprevisto quella frenesia cittadina le avesse preparato, una cosa era rimasta affidabile quanto la metropoli stessa: il Radio Taxi 24.

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