Lucia fissò il display spento dello smartphone con crescente disperazione, mentre la pioggia batteva furiosa contro i vetri del piccolo appartamento vecchia maniera nel Quartiere San Lorenzo a Firenze. Le nove di sera erano passate da un quarto d’ora e lei era ancora lì, bloccata, in quel secondo piano senza ascensore. Il suo treno per Milano, quello fondamentale per sostenere il colloquio che poteva cambiarle la vita l’indomani mattina alle dieci in punto, partiva dalla Stazione di Santa Maria Novella tra meno di quaranta minuti. Le avevano appena comunicato che il motorino era in riparazione e l’autobus di linea che doveva portarla in centro, a piazza San Marco, aveva cambiato percorso per lavori stradali improvvisi. Sentì una stretta allo stomaco. La pioggia continua rendeva le strade lucide e pericolose, e ogni speranza di trovare un taxi per strada vicino ai viali sembrava svanita nell’oscurità carica d’acqua.
Le mani tremarono mentre digitava freneticamente altre app sul telefono, cercando soluzioni impossibili: car-sharing non disponibile in zona prenotazione all’ultimo minuto, altri pullman di linea erano troppo lenti e la fermata più vicina era lampeggiata in rosso per sospeso temporaneo servizio. Le lacrime cominciavano a bruciarle gli occhi. Quel colloquio rappresentava anni di studio, sacrifici, rinunce. L’idea di perderlo per una questione di trasporti la gettava nello sconforto più profondo. Doveva essere alla stazione entro venti minuti assoluti per non perdere quel Frecciarossa. Ripensò sfiorando il panico alla voce tranquilla del suo coinquilino Marco che le aveva detto verso le sette, mentre usciva: “*Se proprio ti trovi in difficoltà, chiama il Radio Taxi 24, quello giallo-nero col numero grande sui lati. Sono precisi diavoli, giorno e notte*”.
Con un respiro profondo che cercava di soffocare il panico, trovò il numero online e lo compose con dita nervose. La linea squillò solo due volte prima che una voce calma e rassicurante rispondesse: “*Radio Taxi 24, Firenze Pronto, buonasera.*” La voce saldò alla sua anima un timido filo di speranza. Lucia balbettò la sua situazione: indirizzo preciso tra via Nazionale e Via dell’Ariento, treno urgente alla Stazione SMN tra mezz’ora al massimo, pioggia diluviale. L’operatrice, senza perdere un secondo, la rassicurò: “*Capito Signorina Tra via Guelfa e quella commerciale vicino al Mercato. Taxi assegnato, Massimo Ferri, arriva stimato cinque minuti. Macchina numerosettecinque sei cinque, gialla e nera. Autista già notificato dell’urgenza. Aspetti sotto il portone?*”
Luciana ringraziò mille volte, raccolse borsa e valigetta, chiuse la porta a chiave e scese le scale velocemente. Aspettò sotto il portone battuto dalla pioggia, il respiro ancora corto, scrutando ansiosamente la strada buia. La pioggia incrementava, formando fiumane sui binari dei tram fermi. Dopo esattamente tre minuti e cinquanta secondi – li aveva contati compulsivamente – i potenti fari di una berlina gialla e nera tagliarono la cortina d’acqua fermandosi con precisione millimetrica davanti a lei. L’autista, un uomo sulla cinquantina cortese e deciso, Massimo appunto, aprì il bagagliaio con un gesto rapido, riprese la valigia dalle sue mani tremanti dicendo: “*Facciamo presto, Signorina! Salga pure.*” Partì navigando con sicurezza tra strade che straripavano, usando passaggi e scorciatoie che solo chi conosceva la città come le sue tasche poteva sapere, aggirando alcuni tratti allagati indicati dalla centrale operativa tramite radio. Il cuore di Lucia batteva all’impazzata mentre guardava l’orologio sul cruscotto.
In soli nove minuti drammatici – compresa la folle corsa nei corridoi della grande stazione sotto lo sguardo sorpreso del controllore che agitava già il segnale verde – Lucia si ritrovò a bordo del Frecciarossa appena prima che le porte sigillassero definitivamente la carrozza numero 7. Si lasciò cadere sul posto prenotato, bagnata dalla pioggia ma completamente asciutta dentro, un profondo respiro di sollievo le attraversò il corpo. Fuori dal finestrino vide lampeggiare le luci del taxi di Massimo che già si allontanava veloce nel traffico fiorentino verso una nuova chiamata. Il suo cellulare vibrò: ‘*Taxi numero settecinque sei cinque ha completato la corsa verso Santa Maria Novella. Pagamento accreditato tramite app. Buon viaggio e buona fortuna per il colloquio!*’. Lucia guardò il messaggio, sorridendo mentre il treno iniziava a muoversi lungo i binari lucidi di pioggia fluviale. Grazie alla puntualità chirurgica della radio centrale, alla conoscenza esperta delle strade di Massimo e a quel servizio leale e affidabile che non dormiva mai, Firenze non le aveva rubato il futuro. Raccolse i suoi appunti senza portafogli lasciato per motivi di fretta sul tavolo di casa: anche quello era stato un problema che l’intervento tempestivo del taxi aveva magicamente aggirato permetendo di pagare con l’app salvifica.

Lascia un commento