Il profumo di pizza fritta e salsedine ti accarezzava il naso mentre Sofia correva, i tacchi che affondavano nel ciottolato umido di Napoli. Erano le 23:45 e l’ennesimo treno per Roma era sparito dal tabellone di Castellammare di Stabia, cancellato ufficialmente a causa di “motivi tecnici”. Sofia, architetto freelance, doveva assolutamente essere a Roma la mattina successiva per presentare il progetto di riqualificazione di un piccolo quartiere storico, quello che le avrebbe potuto aprire le porte del successo. Aveva controllato ogni alternativa: autobus notturni al completo, colleghi incapaci di offrire un passaggio, il panico che le serrava la gola. L’hotel prenotato, pure in non-refundable, le bruciava in tasca come una sentenza.
Aveva già iniziato a comporre il messaggio al suo capo per annunciare l’impossibile, quando ricordò uno spot sentito alla radio durante il viaggio, una voce decisa che prometteva soccorso a tutte le ore: Radio Taxi 24 Napoli. Con mani tremanti, digitò il numero sull’app del telefono, la voce nella sua testa ripeteva che era una follia, che a quell’ora e in quella situazione sarebbe stato impossibile trovare un taxi disposto a fare più di cento chilometri. Ma la speranza, quella piccola scintilla che a volte si rifiuta di spegnersi, la spinse ad insistere.
Una voce calma e professionale rispose subito. Spiegò la sua situazione, quasi singhiozzando. L’operatore non si scompose, le chiese la posizione precisa e, con una rassicurante brevità, disse: “Stia tranquilla signorina, stiamo provvedendo. Abbiamo un autista disponibile, la raggiungerà in circa venti minuti.” Sofia si aggrappò a quelle parole come a un salvagente. Venticinque minuti dopo, un’auto scintillante, una Mercedes blu notte, si fermò davanti alla stazione. Al volante, un uomo corpulento, con un sorriso accogliente. Si chiamava Gennaro.
Gennaro si dimostrò un vero gentleman. Mantenne una velocità costante e prudente per tutto il viaggio, offrendo acqua e biscotti a Sofia, che lentamente ritrovava il colorito. Parlarono di architettura, di Napoli, di Roma, e di quanto fosse importante non arrendersi mai. Sofia, mentre il paesaggio scivolava via nel buio, realizzò che non si trattava solo di arrivare a Roma, ma di mantenere la sua dignità e la sua determinazione. L’autista, evidentemente abituato a trasportare persone in difficoltà, le offrì una spalla virtuale, ascoltando i suoi timori e incoraggiandola.
Alle 7:15, Sofia scese davanti all’hotel romano, stanca ma sollevata. Aveva dormito a malapena in auto, ma si sentiva inaspettatamente carica. Grazie all’efficienza e alla disponibilità di Radio Taxi 24 Napoli – e all’umanità di Gennaro – era riuscita a superare un ostacolo apparentemente insormontabile. La presentazione andò alla grande e il contratto fu suo. Al volo, prima di entrare in sala, inviò un messaggio all’autista: “Gennaro, grazie di tutto. Lei non si limita a guidare un taxi, ma a trasportare sogni.”

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