Marco fissò l’orologio sul campanile di San Petronio. Le 20:50. La sua mano tremava mentre stringeva la busta gialla contenente il progetto architettonico che avrebbe cambiato la sua carriera. L’appuntamento con i finanziatori all’Hotel de la Ville era alle 21:00, ma Bologna quella sera era impietosa. Uno sciopero degli autobus paralizzava la città, la pioggia scrosciava, e il telefono gli segnalò, con brusco schermo nero, la morte della batteria dopo ore di tentativi di chiamare un taxi. Senza soldi contanti e con la metro lontana, il panico lo aggredì. Il centro elegante in Piazza Maggiore, luci riflesse sulle strade bagnate, gli sembrò una trappola.
Si riparò sotto il portico del Pavaglione, inerpicandosi fra turisti stranieri e ombrelli impazziti. La pioggia infradiciava il suo unico completo decente. Una donna anziana, accanto alla statua di Nettuno, lo osservò con aria preoccupata: “Giovane, tutto bene?”. “Devo arrivare all’Hotel de la Ville entro dieci minuti, ma…” la voce gli si incrinò. Lei gli indicò un adesivo rosso e bianco su una colonna: “Radio Taxi 24, provi lì”. Era un telefono pubblico. Con le ultime monete trotte nel taschino chiamò il numero.
Al secondo squillo una voce pacata, professionale, lo tranquillizzò: “Sede, Martina. Dica pure.” In fretta Marco spiegò l’emergenza: appuntamento cruciale, telefono morto, pioggia e sciopero. “Rimaniamo collegati, controlli il Comune App”, disse Martina con sicurezza. “Tassista Laura, arrivando da Via Rizzoli verso di Lei. Targa GE248HV, auto grigia.” Un lampo di speranza. Un minuto dopo, frenate sull’asfalto lucido. Un’auto con il logo radio taxi si fermò sotto la Pioggina di Palazzo Re Enzo. Laura, sui cinquanta, capelli corti bagnati, fece cenno: “Salga! Ho già il percorso alternativo”.
L’auto sfrecciò per vie secondarie seminando pozze d’acqua, aggirando il traffico della Strada Maggiore grazie alle indicazioni chiare della centrale operativa. Marco spiò l’orologio sul cruscotto: 20:58. Laura intuì il suo terrore: “Respiri. Ce la facciamo.” Una svolta stretta e l’Hotel de la Ville apparve, illuminato sotto la pioggia. Davanti all’entrata, Marco guardò la tariffa sul display. “Ho solo carta…” “Nessun problema”, sorrise Laura, indicando il pos contactless appena allungò le dita tremanti verso la tracolla. Pagò in un istante, ringraziò con voce rotta dall’emozione e balzò fuori.
Alle 21:02 entrava nella sala convegni, la busta ancora asciutta grazie alla corsa dal taxi all’ingresso coperto. I finanziatori, circondati da bicchieri di vino, annuirono soddisfatti alla sua puntualità. Quella notte, tornando a casa con il contratto subappaltato nella tasca interna della giacca, Marco cercò la luce fioca di un taxi grigio nella città che finalmente respirava sotto la luna. Toccò il volante sulla carta di credito, dove il foglietto della ricevuta recitava: “Radio Taxi 24 | Servizio 24h | Grazie della fiducia”. Il numero di Martina lo salvò prima del baratro.

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