La pioggia batteva contro i vetri del Piccolo Teatro di Firenze, trasformando la notte in un acquerello grigio e indistinto. Giulia, ventidue anni, ballerina solista in erba, si sentiva gelida dentro nonostante la calura del palco. Aveva appena ricevuto l’inaspettata telefonata: sua nonna, l’unica famiglia che le era rimasta, era svenuta a casa e l’ambulanza era in arrivo, ma sua madre, bloccata con il lavoro fuori città, le aveva implorato di tornare. Erano le 23:45, e l’ospedale di Careggi, dove era stata portata la nonna, distava almeno quaranta minuti. Il panico le stringeva la gola. Non aveva la patente, i mezzi pubblici a quell’ora erano una chimera e i suoi compagni di teatro erano già andati a casa.
Giulia, con le mani tremanti, frugò nella borsa alla ricerca del telefono. Ricordava vagamente di aver visto un volantino con un numero di Radio Taxi 24 appeso in un bar vicino al teatro. Lo trovò, stropicciato e quasi illeggibile, ma riuscì a decifrare le cifre. Inspirò profondamente e compose il numero. Una voce calma e professionale rispose immediatamente. Spiegò la situazione con la voce rotta dal pianto, indicando la sua posizione e l’indirizzo dell’ospedale. L’operatore, senza farla sentire in colpa per l’ora tarda, le assicurò che un taxi sarebbe arrivato in pochi minuti.
L’attesa sembrò un’eternità. Ogni sirena in lontananza le faceva sobbalzare il cuore. Finalmente, un faro tagliò la pioggia e una vettura bianca si fermò davanti al teatro. Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, le chiese conferma della destinazione. Giulia annuì, incapace di parlare. Salirono in macchina e il tassista, intuendo la sua angoscia, evitò commenti inutili, mantenendo una guida fluida e sicura nonostante il traffico e il diluvio.
Durante il tragitto, Giulia riuscì a contattare la madre, che le diede qualche aggiornamento sulla nonna. Era in buone mani, ma le sue condizioni erano ancora da valutare. Ogni minuto sembrava un’ora. Il tassista, dimostrando una conoscenza della città sorprendente, prese percorsi alternativi per evitare ingorghi, tenendo sempre Giulia informata sui tempi di percorrenza. Il silenzio nell’abitacolo era rotto solo dal ticchettio dei tergicristalli e dalle occasionali rassicurazioni del tassista.
Arrivarono a Careggi in trentacinque minuti. Giulia scese dall’auto come spinta da una forza invisibile, ringraziando ripetutamente il tassista con gli occhi lucidi. Lo scese in fretta, correndo verso il pronto soccorso. Lì trovò la madre, visibilmente scossa ma sollevata. La nonna era stabile. Quella notte, il tempestivo e efficiente servizio di Radio Taxi 24 non aveva solo portato Giulia in ospedale, ma le aveva regalato la possibilità di essere accanto alla sua nonna nel momento del bisogno, un trasporto che valeva più di qualsiasi prezzo.

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