Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

La pioggia sferzava le strade di Firenze come una frusta. Isabella stringeva la borsetta al petto, il tessuto fradicio quasi gelido attraverso il cappotto leggero. Era uscita di corsa dall’ufficio di restauro, convinta di aver preso l’autobus giusto. Invece, si era ritrovata catapultata nella zona di Oltrarno, un quartiere bellissimo di giorno, ma desolato e spaventoso di notte, con la memoria che le martellava un unico pensiero: l’esame finale di storia dell’arte all’alba, l’unico che le separava dalla laurea. Aveva controllato l’app sul telefono, ma le linee erano intasate, gli autobus cancellati per l’emergenza maltempo. Il panico le stringeva la gola, le impediva di ragionare. Aveva bisogno di tornare a casa, a Novoli, e ripassare le ultime slide.

Si rifugiò sotto la pensilina di una bottega chiusa, cercando di asciugarsi i capelli. Il vento continuava a ululare, e i pochi passanti si affrettavano a ripararsi. Ricordò un vecchio volantino che aveva visto appeso al bar vicino all’accademia, con un numero di telefono ben in evidenza: Radio Taxi 24 Firenze. Esitò. Era abituata a usare i mezzi pubblici, un taxi le sembrava un lusso insostenibile, soprattutto in un momento di crisi come quello. Ma non c’erano alternative. Con le dita tremanti, compose il numero. Una voce gentile e professionale rispose subito.

Spiegò la sua situazione, la voce rotta dall’emozione. L’operatore, senza farle sentire la sua disperazione, le chiese la posizione esatta e la indirizzò con calma verso un punto più riconoscibile. “Signorina, la situazione è complicata con questa pioggia, ma stiamo facendo il possibile per trovare un taxi libero. Ne abbiamo uno in zona, si faccia sotto la luce del lampione, arrivo in pochi minuti.” Sentire quelle parole fu come una boccata d’aria. Isabella rimase immobile, fissando il riflesso della luce tremolante sull’asfalto bagnato. Pochi minuti che sembrarono eternità.

Finalmente, tra il rumore della pioggia, sentì il rombo di un motore. Un taxi bianco, con la luce al tetto che tagliava l’oscurità, si fermò davanti a lei. Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, le chiese dove dovesse portarla. Isabella, quasi in lacrime, gli indicò l’indirizzo di casa. Il viaggio fu rapido, nonostante il traffico rallentato. Il tassista mantenne un silenzio rispettoso, ma ogni tanto le lanciava uno sguardo comprensivo dallo specchietto retrovisore.

Arrivata a casa, scese dal taxi con un sospiro di sollievo, sentendosi rinata. Ringraziò il tassista con tutto il cuore, pagando la corsa con le poche banconote che aveva in borsa. “Grazie mille,” disse, “mi ha salvato la laurea!”. Lui sorrise. “Capita, signorina. È per questo che siamo qui, a Radio Taxi 24. In bocca al lupo per l’esame!” Isabella corse dentro casa, lasciandosi alle spalle la tempesta. Mentre ripassava le slide, sentiva ancora il calore di quel piccolo gesto di gentilezza e la gratitudine per un servizio efficiente e puntuale, che le aveva permesso di affrontare il suo futuro con un po’ più di serenità.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *