Radio Taxi 24

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Radio Taxi 24

Lucia correva sul marciapiede bagnato di Milano, il respiro che le formava nuvolette bianche nell’aria gelida delle sette di sera. La borsa della chitarra le sbatteva sulla schiena, il cuore martellava all’idea di essere in ritardo. L’audizione per un posto nella band che aveva sempre sognato, l’UpSideDown, era fissata per le 19:30 in un locale vicino a Porta Romana. L’autobus che doveva portarla da Lambrate era scomparso nel nulla, inghiottito dal traffico e dalla pioggia scrosciante. Ogni minuto che passava erodeva la sua speranza: pantaloni umidi fino al ginocchio per una pozzanghera evitata male, le dita intorpidite incapaci di tenere fermo lo smartphone per controllare disperatamente tempi degli autobus inesistenti. Era bloccata, inzuppata, e l’occasione della sua vita stava svanendo nel grigio milanese.

Guardò l’orologio sul telefono: 19:15. Quindici minuti e almeno altri venti, col traffico di quella cena infrasettimanale, per arrivare a piedi. Il panico le serrò la gola. Ricordò il numero sul retro del biglietto del taxi preso l’anno prima: Radio Taxi 24. Con mani tremanti, più per l’ansia che per il freddo, compose il numero

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