La pioggia sferzava Firenze come se il cielo stesse piangendo a dirotto. Anna, ventidue anni, in realtà stava tremando di panico, non di freddo. Era in ritardo di quasi un’ora al colloquio di lavoro più importante della sua vita, l’unico che le avrebbe permesso di rimanere in città dopo la laurea. L’autobus, bloccato dal traffico inondato, non si muoveva di un millimetro da mezz’ora e il cuore le batteva così forte che sentiva il sapore metallico della paura in bocca. Aveva preparato quel colloquio per mesi, studiato ogni dettaglio dell’azienda di architettura, immaginato risposte perfette. Tutto era a un passo dalla realizzazione, e una stupida tempesta sembrava pronta a distruggerlo.
Aveva provato a chiamare la responsabile delle risorse umane, la signora Mancini, per avvisarla, ma la linea era sempre occupata. La disperazione la stava sopraffacendo. Sapeva che i suoi risparmi erano pochissimi, e tornare a casa dai suoi genitori significava rinunciare al suo sogno. Si sentiva piccola e impotente, mentre l’acqua le penetrava nelle scarpe e il vento le scompigliava i capelli. In un impeto di frustrazione, si ricordò del volantino che aveva preso qualche settimana prima, infilato distrattamente nella borsa. “Radio Taxi Firenze 24 – Sempre al tuo servizio, giorno e notte.” Con le mani tremanti, lo estrasse.
Digitò il numero con dita intorpidite. Una voce calma e professionale rispose quasi subito. “Radio Taxi Firenze, buongiorno. In che zona si trova?” Anna spiegò in un fiato la sua situazione, la tempesta, l’autobus bloccato, il colloquio che rischiava di saltare, l’indirizzo preciso. La voce dall’altro capo della linea la rassicurò. “Capisco signorina. Stiamo ricevendo molte chiamate a causa del maltempo, ma le invio un taxi il più velocemente possibile. Ci saranno circa dieci minuti.” Dieci minuti che le parvero un’eternità. Ogni goccia di pioggia era un colpo al suo ottimismo.
Dopo sette lunghissimi minuti, vide le luci rosse del taxi farsi strada tra il traffico. Un vecchio modello, un po’ malandato, ma che in quel momento le apparve come una nave che l’aveva salvata da un naufragio. Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, si presentò come Marco. “Accomodati signorina, andiamo.” Le parole erano poche, ma cariche di professionalità. Marco conosceva la città come le sue tasche e, aggirando ingorghi e strade allagate, la portò a destinazione in un tempo incredibile.
Arrivò al colloquio con soli quindici minuti di ritardo. La signora Mancini, pur mostrandosi comprensiva, era palesemente delusa. Anna, però, grazie alla lucidità ritrovata durante il viaggio con Marco, riuscì a rispondere alle domande in modo convincente e a trasmettere la sua passione per l’architettura. Qualche giorno dopo, ricevette la chiamata che tanto aspettava: aveva ottenuto il lavoro. Pensò, mentre stringeva il telefono, che forse non era soltanto la sua preparazione ad averla salvata, ma anche la tempestività e l’affidabilità di Radio Taxi Firenze 24, che le aveva dato la speranza e il tempo di dimostrare il suo valore. Ogni volta che sentiva il suono di un clacson in quella città, ricordava il vecchio taxi rosso e il sorriso di Marco, angeli custodi in una notte di tempesta.

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