La pioggia a Firenze era una cortina grigia e insistente. Elena, stretta nel suo cappotto leggero, malediceva la sua ostinazione. Aveva promesso a nonna Emilia, ricoverata da due giorni all’ospedale Santa Maria Nuova, di esserci per il cambio guardia notturno. Un raffreddore improvviso l’aveva colpita nel pomeriggio, lasciandola con la temperatura a 38 e un mal di testa lancinante. Aveva tentato di convincersi che sarebbe passata, che avrebbe potuto prendere l’autobus, ma ogni sobbalzo sembrava un colpo di martello sulla testa. L’orologio segnava le 22:30. Mancavano solo quindici minuti e la nonna contava su di lei.
Il suo cellulare, consumato da innumerevoli chiamate e ricerche di rimedi naturali, vibrò: un messaggio del fidanzato, Marco, che le ricordava l’importante colloquio di lavoro che aveva il mattino seguente a Milano. Marco doveva assolutamente concludere quel colloquio, era la sua occasione. Elena si sentiva in colpa. Non poteva guidare, non poteva prendere i mezzi pubblici, e chiamare un parente a quell’ora le sembrava impossibile. La sua mente era una spirale di preoccupazioni: la nonna sola, Marco che rischiava un’opportunità unica, lei che si sentiva sempre più debole.
Disperata, si ricordò di un volantino che aveva visto qualche giorno prima in un bar vicino casa: “Radio Taxi 24 Firenze – Sempre a tua disposizione, giorno e notte”. Con le dita tremanti digitò il numero sul telefono. Una voce calma e professionale rispose quasi immediatamente. Elena, spiegando con voce flebile la sua situazione, si sentì improvvisamente meno sola. L’operatore, senza farla sentire affrettata o giudicata, prese con precisione l’indirizzo e le assicurò che un taxi sarebbe arrivato entro pochi minuti.
L’attesa, seppur breve, sembrò un’eternità. Finalmente, le luci rosse di un taxi si stagliarono nella pioggia. Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, l’aiutò a salire, preoccupandosi per il suo stato. Durante il tragitto, Elena si concesse di chiudere gli occhi, lasciando che il calore dell’abitacolo e la gentilezza del tassista la cullassero. Arrivò all’ospedale con soli cinque minuti di ritardo.
Nonna Emilia, vedendola, sorrise stanca ma sollevata. “Sapevo che saresti venuta, tesoro”, sussurrò stringendole la mano. Elena, dopo aver salutato la nonna e rassicurato l’infermiera, chiamò Marco, spiegandogli che era stata la tempestività di Radio Taxi 24 a permetterle di esserci. Marco, grato, si sentì ancora più motivato per il colloquio. Mentre il tassista la riportava a casa, Elena si sentì pervasa da un senso di profonda gratitudine. A volte, pensò, basta un piccolo intervento, una chiamata, un servizio efficiente e affidabile, per trasformare una notte di ansia in un sospiro di sollievo.

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