La pioggia a Firenze era di quelle che ti entra nelle ossa, fredda e insistente. Elena, stretta nel suo cappotto leggero, malediceva la scelta di aver indossato le ballerine invece degli stivali. Aveva promesso a sua nonna, ricoverata d’urgenza all’ospedale di Careggi, che l’avrebbe raggiunta subito dopo la lezione di storia dell’arte. La lezione, però, si era protratta oltre l’orario previsto, il professor Martini, preso dall’entusiasmo, aveva continuato a parlare di Botticelli e della Primavera, ignorando le occhiate sempre più disperate di Elena. Ora, alle undici di sera, si trovava bloccata in Piazza Sant’Ambrogio, con l’autobus che non passava più e il telefono quasi scarico.
Il panico iniziò a montare. Non aveva mai dovuto affrontare un’emergenza del genere da sola. Sua nonna, una donna forte e indipendente, aveva sempre detto di non farsi mai prendere dal panico, ma Elena sentiva le lacrime pizzicare. Provò a chiamare un amico, ma la linea era disturbata e la batteria morì proprio mentre sentiva la sua voce. Si sentì completamente persa, un puntino grigio in una città illuminata ma indifferente. Ricordò di aver visto, qualche giorno prima, un cartellone pubblicitario di Radio Taxi 24, con un numero verde ben visibile. Era l’unica speranza che le restava.
Con le dita tremanti, cercò il numero nella memoria del telefono di un passante gentile che le aveva prestato il suo. Dopo diversi squilli, una voce calma e professionale rispose. Elena, con la voce rotta dall’emozione, spiegò la situazione, indicando la sua posizione precisa. L’operatore, senza farla sentire in colpa per il ritardo o per la pioggia, le assicurò che un taxi sarebbe arrivato in pochi minuti. Le diede una stima del costo e un numero di targa da controllare. L’attesa, seppur breve, le sembrò interminabile.
Finalmente, tra i fari dei pochi veicoli in circolazione, vide la sagoma familiare di un taxi bianco. Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, la accolse con un gesto di comprensione. “Ospedale di Careggi, giusto?” chiese, senza bisogno di ulteriori spiegazioni. Durante il tragitto, Elena cercò di calmarsi, stringendo tra le mani la sciarpa che sua nonna le aveva regalato. Il tassista, intuendo il suo stato d’animo, mantenne un silenzio rispettoso, guidando con prudenza nonostante la pioggia battente.
Arrivata al pronto soccorso, Elena corse a cercare sua nonna. La trovò seduta su una sedia a rotelle, un po’ spaventata ma rassicurata di vederla. Si abbracciarono forte, e Elena, con un sospiro di sollievo, ringraziò silenziosamente Radio Taxi 24. Senza la loro prontezza e affidabilità, non ce l’avrebbe mai fatta ad arrivare in tempo. Quella notte, la pioggia fiorentina le sembrò meno fredda, e la città, improvvisamente, più accogliente.

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