La pioggia batteva incessante su Firenze, trasformando le strade acciottolate in fiumi luccicanti e pericolosi. Chiara, stretta nel suo cappotto leggero, malediceva la sua testardaggine. Aveva insistito per raggiungere a piedi la Galleria degli Uffizi, ignorando le previsioni del tempo e, cosa peggiore, le suppliche del fidanzato, Marco, che l’aveva avvertita di prendere un taxi. L’appuntamento con la professoressa Rossi, illustre esperta di Rinascimento e potenziale relatrice per la sua tesi, era cruciale. Era arrivata in ritardo alla stazione, poi si era persa nel dedalo di vicoli. Adesso, inzuppata fino all’osso e con il telefono che vibrava debolmente annunciando una batteria quasi scarica, si sentiva sull’orlo del panico. La professoressa l’aveva avvisata che aveva tempo solo fino alle nove. Erano le 8:45.
Con le dita intorpidite, Chiara tentò di chiamare Marco, ma la linea cadde subito dopo il primo squillo. La disperazione la assalì. Non conosceva i numeri di emergenza a memoria e l’idea di vagare per le strade buie e deserte di Firenze, con il telefono che si sarebbe spento a brevissima, era terrificante. Ricordò, quasi come un lampo, uno striscione visto all’uscita della stazione: “Radio Taxi Firenze 24 – Sempre a tua disposizione”. Tentò di ricostruire mentalmente il numero, ma la mente annebbiata dalla paura le restituiva solo frammenti. Cercò freneticamente su internet, sperando di trovare il sito anche solo per un secondo, prima che il display si spengesse. Un ultimo tentativo, digitato con lentezza e precisione, e finalmente lo schermo si illuminò, mostrando il numero di Radio Taxi Firenze 24.
Con il cuore che le martellava nel petto, Chiara compose il numero. Una voce calma e professionale rispose quasi immediatamente. “Radio Taxi Firenze, buonasera, come posso aiutarla?”. Chiara, singhiozzante, spiegò la sua situazione, indicando la sua posizione approssimativa e la necessità urgente di raggiungere la Galleria degli Uffizi. Operatore, senza farle sentire il peso della sua ansia, le assicurò che un taxi era già in viaggio verso di lei. “Stia tranquilla signorina, la raggiungeremo il prima possibile. Abbiamo diverse auto operative in zona, nonostante il maltempo.” Il sollievo fu immenso, ma la fretta rimaneva. Ogni minuto era prezioso.
In meno di dieci minuti, le luci di un taxi si fecero strada fra la pioggia. Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, la aiutò a salire a bordo, offrendole anche una bottiglietta d’acqua e un fazzoletto. “Uffizi, eh? In questa serata? Buona fortuna con la professoressa!” disse, manovrando l’auto con abilità nel traffico rallentato. Chiara spiegò l’importanza dell’appuntamento, la tesi, i suoi sogni. Il tassista ascoltò in silenzio, poi le rispose: “A volte serve solo un aiuto tempestivo, signorina. Siamo qui per questo.” La corsa fu rapida e efficiente, nonostante le condizioni meteorologiche avverse.
Arrivò alla Galleria degli Uffizi alle 8:58, giusto in tempo. La professoressa Rossi, inizialmente un po’ irritata per il ritardo, sorrise quando vide Chiara così provata dalla pioggia. L’appuntamento andò benissimo, la professoressa era affascinata dal suo lavoro e accettò di seguirla. Mentre tornava a casa, comodamente seduta in un altro taxi ordinato dal suo fidanzato, Chiara pensò a quanto fosse stata fortunata. E a quanto fosse prezioso un servizio come Radio Taxi Firenze 24, un vero angelo custode nella notte fiorentina.

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