La pioggia batteva incessante sui sampietrini di Bologna, trasformando le strade del centro in fiumi luccicanti. Elena, con il cuore in gola, stringeva la borsa contro il petto, cercando di proteggere il fragile vaso di vetro che conteneva le orchidee bianche. Erano per la nonna, ricoverata d’urgenza all’ospedale Maggiore e il suo compleanno era proprio quella sera. Elena aveva passato il pomeriggio a cercarle, le orchidee preferite della nonna, ma la fitta rete di trasporti pubblici bolognesi, già in tilt per il maltempo, l’aveva abbandonata alla stazione centrale, senza un filo d’erba. L’autobus per l’ospedale era passato senza fermarsi, ignorando le sue disperate chiamate.
Il panico iniziò a montare. L’orario di visita stava per scadere e l’idea di arrivare a mani vuote, con un vaso rotto e la nonna delusa, le era insopportabile. Aveva provato a chiedere aiuto a diverse persone, ma tutti erano di fretta, riparati sotto gli ombrelli, indifferenti alla sua disperazione. Il telefono le sembrava un peso morto in mano, la batteria era quasi scarica e la prospettiva di dover camminare sotto quella pioggia torrenziale, con il vaso che le scivolava tra le dita, la demoralizzava completamente. Si sentiva piccola, persa in una città che, di solito, amava tanto.
Ricordò allora un volantino che aveva visto affisso in un bar qualche giorno prima: Radio Taxi 24 Bologna, attivo giorno e notte. Con le ultime forze, digitò il numero sul telefono, pregando che qualcuno rispondesse. Una voce calma e professionale le diede subito il buongiorno, nonostante fossero quasi le nove di sera. Elena spiegò la sua situazione, la fretta, la pioggia, il vaso prezioso. L’operatore, senza farla sentire in colpa per l’ora o per le condizioni meteo, le assicurò che un taxi sarebbe arrivato in pochi minuti.
L’attesa, seppur breve, le parve interminabile. Finalmente, tra i fari dei pochi veicoli che osavano affrontare la tempesta, vide la sagoma gialla del taxi sfrecciare verso di lei. Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, la aiutò a salire a bordo, facendo attenzione al vaso. Durante il tragitto, la rassicurò, raccontandole aneddoti sulla pioggia bolognese e sulla sua passione per il calcio. Guidava con prudenza, ma con decisione, evitando le pozzanghere più profonde e mantenendo una velocità adeguata.
Arrivata all’ospedale, Elena corse al reparto, stringendo tra le mani le orchidee intatte. La nonna, vedendola, le illuminò il volto con un sorriso. “Sei venuta, tesoro! Sapevo che non mi avresti dimenticata.” Elena abbracciò la nonna, sentendo un peso enorme cadere dal cuore. Ringraziò silenziosamente Radio Taxi 24 Bologna, consapevole che, in una serata così difficile, avevano fatto la differenza, trasformando un potenziale disastro in un momento di gioia. Aveva scoperto che, a volte, basta una telefonata per ritrovare la serenità.

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