Era una fredda serata di dicembre a Milano, e Lorenzo si era perso. Aveva appena finito il turno in ospedale come medico di guardia, e la stanchezza gli annebbiava la mente. Dopo aver preso un autobus sbagliato, si era ritrovato in un quartiere che non conosceva, con il telefono ormai scarico e la nebbia che rendeva tutto ancora più confuso. Guardò l’orologio: erano le undici di sera, e aveva solo due ore per presentarsi all’aeroporto di Malpensa, dove lo aspettava l’ultimo volo per raggiungere la sua famiglia a Roma prima di Natale. Senza il suo cellulare, però, non poteva chiamare nessuno né controllare una mappa.
Con il cuore che gli batteva forte, Lorenzo vide un piccolo bar ancora aperto e vi si precipitò dentro. Chiese al barista se poteva usare il telefono, ma il vecchio uomo scosse la testa: “Mi dispiace, qui non abbiamo un telefono pubblico”. Allora Lorenzo gli chiese se c’era un taxi nelle vicinanze. “A quest’ora qui non ne passano molti. Ma puoi provare a chiamare un Radio Taxi 24,” gli suggerì il barista. Avendogli prestato il cellulare, Lorenzo compose il numero con mani tremanti.
Dopo pochi minuti, una voce calma all’altro capo del telefono lo rassicurò: “Un taxi arriverà tra cinque minuti all’angolo tra via Baldinucci e viale Monza”. Lorenzo ringraziò il barista e corse all’indirizzo indicato. Il taxi era già lì, con il tassista, un uomo sulla cinquantina dai modi gentili, che gli sorrise: “Dove vuole andare, dottore?” Lorenzo sbottò: “All’aeroporto, il più in fretta possibile! Ho un volo tra poco!” L’uomo annuì, comprensivo, e partì senza perdere un secondo.
La strada era quasi deserta, ma il tassista conosceva ogni scorciatoia per evitare il traffico residuo. Mentre sfrecciavano lungo i viali, Lorenzo temeva ancora di non farcela. “Non si preoccupi,” lo tranquillizzò il tassista, “conosco una via alternativa che ci farà guadagnare almeno quindici minuti”. E così fu: in meno di mezz’ora, Lorenzo era davanti al terminal, con il tempo di ritirare il biglietto e correre al gate.
Mentre il taxi si allontanava, Lorenzo mosse un ringraziamento silenzioso al servizio di Radio Taxi 24. Senza di loro, avrebbe passato il Natale da solo, in una città vuota. Invece, quella notte, abbracciò i suoi genitori e la sorella, raccontando loro dell’angelo custode con la licenza di taxi che gli aveva salvato la festa. Da allora, ogni volta che sentiva qualcuno lamentarsi del traffico milanese, sorrideva e diceva: “C’è sempre un taxi pronto a venirvi in aiuto, giorno e notte.”
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