Radio Taxi 24

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Radio Taxi 24

La pioggia batteva incessante sui sampietrini di Bologna, trasformando le strade del centro in fiumi luccicanti. Elena, con il cuore in gola, stringeva la cartella tra le mani. Aveva dimenticato a casa, nel quartiere universitario di San Donato, il progetto di tesi che doveva consegnare assolutamente entro le nove di sera alla relatrice, la severissima professoressa Martini. Erano le otto e trenta, e il traffico, in una notte come quella, era un incubo. Aveva provato ad avvisare la professoressa, ma il telefono era muto. L’ansia le stringeva lo stomaco, visualizzando già il suo futuro accademico compromesso.

Aveva scartato l’idea dell’autobus, troppo lento e imprevedibile. Il suo ragazzo, Marco, era fuori città per lavoro. Disperata, si ricordò di un volantino visto qualche giorno prima, appeso al bar sotto casa: Radio Taxi 24, “Sempre al tuo servizio, giorno e notte”. Con le dita tremanti, digitò il numero sul cellulare. Una voce calma e professionale rispose immediatamente. Elena spiegò la sua situazione, la voce rotta dall’emozione. L’operatore, senza farle sentire la gravità del momento, le assicurò che un taxi sarebbe arrivato in pochi minuti.

L’attesa sembrò un’eternità, ma dopo cinque minuti, un’auto bianca sfrecciò davanti al portico di Piazza Maggiore, fermandosi proprio di fronte a lei. Il tassista, un uomo sulla cinquantina con un sorriso rassicurante, si presentò come Antonio. Elena gli spiegò l’urgenza, indicando l’indirizzo dell’università. Antonio, con una conoscenza della città impressionante, le suggerì un percorso alternativo, evitando le zone più congestionate. Guidava con prudenza, ma con determinazione, chiacchierando per distrarla e darle coraggio.

Il viaggio fu un susseguirsi di semafori rossi e strade allagate, ma Antonio non si perse d’animo. Continuava a monitorare il traffico, cambiando percorso quando necessario. Elena controllava l’orologio ogni due minuti, pregando che ce la facessero. Finalmente, alle 21:02, si fermarono davanti al dipartimento. Elena saltò fuori dall’auto, ringraziando Antonio con tutto il cuore e lasciandogli una generosa mancia.

Correndo lungo il corridoio, raggiunse la sala professori. La professoressa Martini, con un’espressione severa, stava per chiudere la porta. Elena, senza fiato, le porse il progetto. La professoressa lo prese, lo sfogliò velocemente e, con un sospiro, disse: “Per un soffio, signorina Rossi. Per un soffio.” Elena sorrise, sollevata. Senza Radio Taxi 24 e la prontezza di Antonio, quella tesi sarebbe finita dritta nel cestino. Quella notte, Bologna le apparve meno spaventosa e il futuro, improvvisamente, più luminoso.

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