L’aria tiepida di Firenze profumava di gelsomino e pioggia appena caduta. Chiara, con il cuore che le batteva all’impazzata, strinse più forte il piccolo bouquet di margherite. Stava aspettando Marco davanti al Ponte Vecchio, il ponte illuminato che si specchiava nell’Arno. Quella sera era diversa, speciale. Avevano una prenotazione in un ristorante esclusivo sulla collina di Fiesole, un posto che Marco le aveva descritto per settimane, dicendo che la vista su Firenze al tramonto era mozzafiato. Chiara controllò l’ora sul cellulare: 20:15. Marco era in ritardo.
La preoccupazione cominciò a serpeggiare. Di solito Marco era puntuale, quasi maniacale sotto questo aspetto. Provò a chiamarlo, ma il telefono risultò spento. Un nodo allo stomaco le impedì di respirare correttamente. Immaginò subito il peggio: un incidente in moto, un malore improvviso. Sapeva che Marco aveva sofferto di recenti attacchi di vertigini. Le gambe le tremavano all’idea di restare lì, impotente. Cercò di calmarsi, respirando profondamente, ma la paura la stava soffocando. Si guardò intorno disperata, cercando una soluzione. La fermata dell’autobus era deserta a quell’ora. La collina di Fiesole era lontana, irrangiungibile senza un mezzo.
Con un lampo di lucidità, si ricordò di un volantino che aveva preso qualche giorno prima alla stazione: “Radio Taxi 24 – Firenze, il tuo taxi sempre a disposizione”. Lo frugò nella borsa, le mani che le tremavano tanto da rendere difficile la ricerca. Finalmente lo trovò. Compose il numero con le dita che ballavano sulla tastiera del cellulare. Una voce calma e professionale rispose rapidamente. Chiara spiegò concitatamente la situazione, sottolineando l’urgenza: un appuntamento importante, la preoccupazione per l’assenza di Marco. La persona all’altro capo del telefono fu rassicurante e efficiente. Le promise che un taxi sarebbe arrivato in pochi minuti davanti al Ponte Vecchio e che l’avrebbero portata direttamente al ristorante a Fiesole.
L’attesa, che parve un’eternità, durò in realtà meno di dieci minuti. Un taxi nero, con la scritta luminosa sul tetto, si fermò accanto a Chiara. Il tassista, un uomo sulla cinquantina con un sorriso rassicurante, la aiutò a salire. Durante il tragitto, si informò discretamente sulla situazione, offrendosi di provare a contattare la polizia per avere notizie di Marco. Una volta arrivati al ristorante, Chiara ringraziò di cuore il tassista e corse dentro. Lì, ad un tavolo con vista mozzafiato su Firenze illuminata, trovò Marco sorridente, un po’ in imbarazzo. Aveva semplicemente dimenticato di caricare il cellulare e aveva avuto un piccolo ritardo per via del traffico. L’ansia di Chiara si sciolse come neve al sole. La serata, grazie all’intervento provvidenziale di Radio Taxi 24, era salva.

Lascia un commento