Era una notte fredda di dicembre a Milano, e Marta stava camminando a passo svelto lungo i marciapiedi lucidi di pioggia. Era appena uscita da una cena di lavoro che si era protratta più del previsto e ora, con lo smartphone scarico e l’ultimo tram ormai partito, si rendeva conto di essere bloccata in una zona periferica, lontana da casa. L’ansia cominciava a salirle alla gola: doveva assolutamente raggiungere l’aeroporto di Linate entro un’ora, altrimenti avrebbe perso il volo che l’avrebbe portata al matrimonio della sua migliore amica a Barcellona. Guardandosi intorno, speranzosa, notò un piccolo bar ancora aperto. Entrò e, con voce tremante, chiese al barista se poteva chiamarle un taxi.
Con un sorriso rassicurante, l’uomo compose rapidamente il numero del **Radio Taxi 24**. «Niente paura, signorina, sono veloci e affidabili, arriveranno in pochi minuti», le disse mentre passava la cornetta a lei. Marta spiegò la sua situazione all’operatore, che la tranquillizzò: «Un taxi è già in zona, arriva tra tre minuti. Ci pensiamo noi a portarla all’aeroporto in tempo». Quando la vettura gialla si fermò davanti al bar, Marta tirò un sospiro di sollievo. L’autista, un uomo sulla cinquantina con gli occhi gentili, le aprì la portiera. «Salga pure, signorina. Conosco una scorciatoia per evitare il traffico», disse mentre sistemava la valigia nel bagagliaio.
La corsa fu un susseguirsi di frenate e accelerate, ma l’autista guidava con una sicurezza che infondeva fiducia. Mentre attraversavano la città deserta, Marta controllava l’orologio ogni due minuti. «Tre quarti d’ora, ce la farò?», chiese, mordendosi il labbro. «Fidati, arriveremo con dieci minuti di anticipo», rispose lui, deviando abilmente su una strada secondaria. Intanto, la pioggia batteva forte sul parabrezza, ma il taxi procedeva spedito, quasi come se nulla potesse fermarlo.
Quando finalmente videro i cartelli dell’aeroporto, Marta sentì il cuore scoppiarle di gratitudine. «Ecco a lei, signorina. Buon viaggio e auguri alla sposa!», disse l’autista aiutandola a scendere. Marta lo pagò in fretta, aggiungendo una mancia generosa, poi corse verso il check-in. Riuscì a imbarcarsi proprio mentre stavano per chiudere i cancelli. Seduta al suo posto, ripensò a quella corsa folle e a quanto quel taxi avesse fatto la differenza tra il disastro e la salvezza.
Il giorno dopo, a Barcellona, abbracciò la sua amica sotto una pioggia di riso e petali. «Non crederai mai a cosa è successo ieri sera», le sussurrò ridendo. E mentre raccontava la storia del **Radio Taxi 24**, si promise che non avrebbe mai più dubitato dell’efficienza di quel servizio. Anzi, avrebbe conservato quel numero tra i contatti preferiti, pronta a chiamarlo alla prossima emergenza.
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