Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

La pioggia batteva insistentemente sui vetri del bar, trasformando le luci di Bologna in macchie sfocate. Giulia, con il viso pallido e le mani tremanti, fissava lo schermo del cellulare. Luca, il suo ragazzo, era ricoverato d’urgenza all’ospedale Maggiore, dopo un incidente in moto rientrando da un concerto fuori città. Aveva ricevuto la chiamata dal pronto soccorso solo dieci minuti prima e la notizia l’aveva paralizzata. La mamma era bloccata a Firenze per lavoro, il padre in viaggio d’affari a Berlino. Era sola, e la sola cosa che le passava per la testa era raggiungere Luca il prima possibile.

Il problema era che si trovava a due passi dall’università, dopo una sessione notturna di studio intensivo, senza auto, senza soldi sufficienti per un taxi regolare nel cuore della notte e con una paura che le attanagliava lo stomaco. Aveva provato a chiamare i taxi classici, ma tutti impegnati, con tempi d’attesa biblici. L’ansia cresceva ad ogni secondo. Improvvisamente, ricordò un volantino visto qualche giorno prima, infilato sotto il tergicorno durante un giro con l’autobus: “Radio Taxi 24 – La tua corsa, sempre. Anche quando gli altri non ci sono.” Pensò che fosse l’ennesima pubblicità esagerata, ma non aveva niente da perdere.

Con le dita ancora incerte, digitò il numero sul telefono. Rispose subito una voce calma e rassicurante. Spiegò la situazione, la sua urgenza, l’ospedale, la sua disperazione. Senza farle ripetere nulla, l’operatore capì immediatamente la gravità. Le disse che un taxi era già in viaggio verso di lei e che sarebbe arrivato in meno di cinque minuti. Giulia si sentì un peso cadere dal cuore. Aspettò, stringendo il cellulare e mordicchiandosi il labbro, mentre la pioggia continuava a flagellare la città.

Puntuali, come promesso, le luci gialle del taxi fecero capolino tra gli ombrelloni che si agitavano nel traffico. L’autista, un uomo corpulento con un paio di occhiali dalla montatura sottile, le sorrise gentilmente. “Ospedale Maggiore, giusto?” chiese, dimostrando di aver già ricevuto l’indirizzo. Durante il tragitto, non fece domande, lasciando che Giulia piangesse in silenzio, ma tenne una guida sicura e veloce, evitando le pozzanghere più profonde e rispettando i limiti di velocità. Ogni tanto, le offriva un fazzoletto, un gesto semplice ma di incredibile conforto.

Finalmente arrivarono al pronto soccorso. Giulia si precipitò dentro, quasi inciampando, e trovò Luca che, seppur dolorante, le sorrideva debolmente. Dopo un lungo controllo, i medici le spiegarono che le ferite non erano gravi come temuto. Mentre era lì, con Luca tra le braccia, ripensò a quella folle corsa notturna e a come un piccolo servizio, Radio Taxi 24, fosse stato decisivo per alleviare la sua angoscia. Quella notte, capì che a volte, la salvezza si nasconde in un numero di telefono e nella prontezza di uno sconosciuto.

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