Luca era in ritardo. Guardò l’orologio per la decima volta in cinque minuti: le 21:45. L’audizione per la scuola di teatro era alle 22:00 a Milano, in zona Brera, e lui era ancora a casa, bloccato dal traffico inaspettato causato da un incidente sull’autostrada. Il tram che avrebbe dovuto portarlo in centro era fermo da venti minuti, e la metropolitana non era un’opzione: c’era uno sciopero. Sudava freddo al pensiero di perdere quell’opportunità, per cui si era preparato mesi.
Con le mani che tremavano, prese il telefono e digitò il numero del Radio Taxi 24, l’unica speranza rimasta. «Pronto, ho un’emergenza!», disse, cercando di mantenere la voce calma. La centralinista, seria ma rassicurante, gli assicurò che un taxi sarebbe arrivato in meno di cinque minuti. Luca corse fuori dal tram e si mise a camminare avanti e indietro sul marciapiede, fissando la strada con ansia. Puntuale come un miracolo, una berlina nera con il logo giallo e blu si fermò accanto a lui.
«Brera, veloce, per favore!», sbottò Luca, saltando sul sedile posteriore. L’autista, un uomo sulla cinquantina con gli occhi tranquilli, annuì senza perdere tempo. «Non si preoccupi, ci siamo noi», rispose, accendendo il tassametro e infilando il taxi tra le auto con abilità da pilota. Luca si aggrappò al sedile mentre l’uomo superava le file di macchine, prendendo scorciatoie che solo un vero milanese conosceva. Ogni semaforo sembrava diventare verde al loro passaggio.
Quando scese davanti al teatro, Luca controllò l’orologio: 21:58. «Grazie mille, mi ha salvato la vita!», esclamò, porgendo una banconota all’autista. L’uomo sorrise. «È il nostro lavoro. In bocca al lupo per l’audizione!». Luca corse dentro, il cuore che gli batteva forte. Due ore dopo, uscì con un sorriso smagliante: aveva ottenuto il ruolo. Quella notte, mentre tornava a casa in taxi – sempre lo stesso servizio, sempre puntuale – rifletté su come un semplice numero avesse cambiato tutto. E per la prima volta in vita sua, sentì che Milano era davvero la sua città.
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