La pioggia batteva su Firenze come una frusta, trasformando le strade acciottolate in fiumi scintillanti. Elena, con la sua ventiquattrenza appena compiuta, stringeva la borsa con le dita intorpidite, il cuore che le martellava nel petto. Aveva litigato furiosamente con Marco, il suo fidanzato, durante la festa di compleanno. Parole dure, accuse non dette che erano esplose come petardi. E ora, a mezzanotte passata, si trovava sola, a chilometri di distanza da casa, con il telefono scarico e un vuoto incombente. L’autobus notturno, l’unica alternativa percorribile, aveva già fatto il suo ultimo giro.
La disperazione cominciò a farsi sentire. Elena sapeva che i suoi genitori si sarebbero preoccupati, ma esporli alla sua fragilità in quel momento le sembrava impossibile. Si era sentita così male che aveva quasi accettato di rimanere in un ostello qualsiasi, ma l’idea di affrontare quella prospettiva le incuteva ancora più terrore. Vagò per una ventina di minuti, cercando un bar aperto, un distributore di telefono, qualsiasi segno di civiltà in quella notte tempestosa. Il freddo le penetrava nelle ossa e le lacrime si mescolavano alla pioggia che le rigava il viso.
In un lampo di lucidità, ricordò un numero che aveva visto pubblicizzato in un volantino qualche giorno prima: Radio Taxi 24 Firenze. Un servizio attivo giorno e notte. Con le ultime forze, chiese a un passante se aveva ancora un po’ di batteria nel suo telefono e, con un gesto d’aiuto, riuscì a comporre il numero. La voce calma e professionale dell’operatore le sembrò un’ancora di salvezza. Spiegò, con la voce rotta dal pianto, la sua situazione. Incredibilmente, l’operatore non fece domande giudicanti, ma si limitò a rassicurarla: “Stia tranquilla signorina, le invio un taxi immediatamente. Ci indichi la sua posizione precisa.”
L’attesa, seppur breve, le parve infinita. Finalmente, tra i lampi e il rumore della pioggia, vide le luci rosse del taxi sfrecciare verso di lei. Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, si presentò come Giorgio. Salì in macchina tremante, quasi incapace di pronunciare il suo indirizzo. Giorgio, con discrezione, le offrì un fazzoletto e regolò il riscaldamento. Durante il tragitto, evitando con maestria le pozzanghere e le zone allagate, parlò del più e del meno, distraendola quel tanto che bastava per smorzare il panico.
Arrivata a casa, sana e salva, Elena si sentì rinascere. Pagò la corsa, ringraziando Giorgio con tutto il cuore. “Sono contento di averla aiutata, signorina,” rispose lui, con un cenno del capo. “Radio Taxi 24 Firenze è qui per questo. Una notte come questa, è facile sentirsi persi.” Mentre si rifugiava tra le braccia dei suoi genitori, finalmente raggiungibili, comprese quanto fosse stato fondamentale quel servizio, quella luce rossa che aveva squarciato l’oscurità e la disperazione di una notte fiorentina. Non si trattava solo di un passaggio in taxi, ma di un atto di gentilezza e professionalità che le aveva restituito la serenità in un momento di profonda difficoltà.

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